giovedì 1 settembre 2016
La promessa è sospesa nell'aria dal 2010 quando la legge per la riqualificazione degli «insediamenti informali» è stata approvata. Salvo poi restare congelata per oltre sei anni. Ci voleva l'ennesimo litigio tra il governo di Mauricio Macri e la sua acerrima rivale, l'ex presidente Cristina Fernández Kirchner, per sbloccare la situazione. Quest'ultima ha scelto la più nota baraccopoli di Buenos Aires – la Villa 31 – per sferrare una nuova offensiva, mobilitando il popolo degli slum contro l'avversario. Con sospetta puntualità, qualche settimana dopo, quello stesso quartiere è stato scelto come laboratorio per sperimentare il grande piano di urbanizzazione delle baraccopoli della capitale, governata dal fedelissimo di Macri, Horacio Rodríguez Larrieta. Dispute politiche a parte, dopo oltre 80 anni dalla sua nascita e altrettanti di lotta per non essere rasa al suolo, l'ex Villa Desocupación, sorta proprio nel cuore della città, appena dietro la popolarissima calle Florida, entrerà a far parte integrante della metropoli. I 40mila abitanti, dunque, riceveranno i titoli di proprietà delle casette che occupano da decenni e potranno avere regolari allacci a luce e acqua.Novemila fra gli edifici più malandati saranno ristrutturati e mille, quelli proprio sotto l'autostrada, saranno distrutti e ricostruiti a pochi metri di distanza, per ragioni di sicurezza. La “villa” avrà strade asfaltate e diversi centri comunitari. Lo stanziamento da 400 milioni – dicono dal Comune – è già pronto. E i lavori dovrebbero terminare nel 2019. Allora, la Villa 31 dovrà rassegnarsi a sparire: al suo posto ci sarà il “quartiere 31”.
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