La libreria su quattro ruote e lo judo contro i boss
sabato 10 maggio 2014
È stato un colpo di fulmine. Osservandolo, Filippo ha capito che quel furgone un po’ vecchio e scassato, datato 1976, aveva una storia e benché ammaccato e graffiato, grossolanamente rabberciato e bofonchiante nella messa in moto, anzi proprio per questo, di storie poteva contenerne tante. Da allora il legame è stato indissolubile. Nasce così la storia di Pianissimo, la libreria itinerante su quattro ruote di Filippo Nicosia, messinese di nascita e romano d’adozione, un mestiere insoddisfacente nell’editoria mollato per diventare librario. In
un mercato in cui le piccole librerie sofferenti e traballanti si sentono destinate alla chiusura, con 73 euro in tasca e un vecchio furgone, Nicosia si trasforma in libraio, indipendente e audace dando corpo a un progetto maturato e covato per lungo tempo, nonostante la sua giovane età. Imbarcandosi in un’avventura che molti giudicavano curiosa e poetica e persino rivoluzionaria ma economicamente fallimentare. Dandosi un nome, Pianissimo, e un logo - un furgoncino con un libro aperto al posto del tergicristallo, aprendo un sito e stilando un manifesto, Filippo Nicosia si è messo in viaggio per le strade più impervie e meno frequentate della Sicilia , che dopo la Basilicata
ha il record negativo dei non lettori e di analfabeti, per portare i libri nelle piazze, mostrali, leggerli ad altra voce. Con l’ambiziosa missione di far crescere i lettori. Pubblicato da Terre Di Mezzo, Pianissimo. Libri sulla strada che ha come sottotitolo “In viaggio a 20 km l’ora per amore della lettura” è la storia di un’avventura, vissuta sulla strada, con entusiasmo e lentezza. Il passo della lettura. Dai 14 anni.
I protagonisti di questo racconto hanno nomi di fantasia ma le loro storie sono vere. Vere come il quartiere in cui abitano, Scampia, dove si nasce con un destino tracciato dalle mani della camorra che detta regole a cui è difficile sottrarsi. Vere come l’illegalità diffusa che vi abita, la legge del più forte che promette lavoro, guadagni, bella vita e potere. Vere come ‘O Maè – il maestro, come dicono i bambini di Scampia, che dà il titolo al libro – Gianni Maddaloni, maestro di judo, “un combattente sul tatami e nella vita”, punto di riferimento per tutti quei ragazzi che nella sua palestra cercano un’ alternativa a quel destino diffuso di criminalità. La storia è quella di Filippo, quattordici anni, il padre in carcere e il fratello Carmine, detto Ninja, braccio destro del boss Toni Hollywood: anche per lui si profila una carriera da sentinella e tanti soldi facili. Quando lo zio lo porta alla palestra di Maddaloni, Filippo accetta senza convinzione, sentendosi ridicolo, continuando a tenere un piede nel Sistema della camorra, immaginando di apprendere una tecnica per meglio cavarsela in certi corpo a corpo… Dovrà attraversarne di esperienze drammatiche e infami per iniziare a capire il senso del judo, letteralmente “via della cedevolezza”, l’arte di cedere come fanno i sottili rami di salice senza spezzarsi, soprattutto senza arrendersi. Luigi Garlando, giornalista della “Gazzetta dello Sport”- autore apprezzato da un pubblico più giovane per la serie “Gol!” e per due romanzi di grande successo, “Per questo mi chiamo Giovanni”, dedicato alla vita di Falcone, e “Mio papà scrive la guerra”- ci racconta con delicatezza e determinazione di un destino incombente per tanta fragile gioventù ma anche della possibilità di opporsi e di dire no. Di scegliere da che parte stare, con meno tranquillità ma con più dignità. Pubblica il Battello a Vapore Piemme. (14 euro). Dai 12 anni.
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