martedì 31 marzo 2015
Ogni tanto ri-proclami in pagina: modernità è «secolarizzazione» e «laicità». Quindi, nessun posto per religione e Dio! Lo gridò anche Nietzsche, ma il discorso era alto e serio, e lui non scriveva sui giornali ove spesso oggi lo leggi, ma ove arrivano anche i capitomboli. Per esempio, soltanto ieri, su “Repubblica”(p. 43) Roberto Esposito: «Perché Dio è tornato sulla terra». È tornato, o non se n'è mai andato? Ancora: “Corsera” (p. 26): «Puglia: Xilella, incontro tecnico e Via Crucis per gli ulivi». «Cinque diocesi della metropolìa di Lecce» indicono una Via Crucis. Per scongiurare il batterio killer? No! «Per ribadire che quelle piante secolari non vanno abbattute». Dunque «Via Crucis» in pagina moderna. Ancora: “La Stampa” (p. 24): «Marmellate, ma dei frati»! Bell'articolo di Belpoliti, ma non è novità o «ritorno» di Dio. Da secoli: ora et labora. Ancora: “Resto del Carlino” (p. 23): «Perché abbiamo bisogno dell'anima. Tanto da darla anche a chi non ce l'ha». Sommario: «Lo psicologo Legrenzi e il filo invisibile che lega i neuroni alla coscienza». Difesa del dualismo anima-corpo sulle tracce dell'ilemorfismo di Aristotele, di Tommaso e del dualismo di Cartesio: «non solo» per il «peso di una tradizione religiosa e filosofica molto antica», ma per esperienza ripetuta e «utile alla vita quotidiana». Anima e corpo, dunque, proprio come nella prospettiva ebraico-cristiana da tremila anni almeno. E non finisce qui. Andiamo sull'attualità più viva? Sì. “Mattino”, p. 1 e 51. Claudia Mancina: «Perché le unioni civili non sono matrimonio». Dialettica laica seria, e non contraddittoria verso altre ragioni con diverse prospettive, ove la realtà della “natura” ha leggi sue, viste liberamente anche con motivazioni che senza pretese arroganti richiamano Dio, Uno che quaggiù c'è sempre stato.
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