mercoledì 17 febbraio 2010
«Il diavolo è nei dettagli». Talora si dice così. Ne discusse anche Benedetto Croce, ma andrebbe ricordato che l'originale del Warburg è diverso: «Der Lieber Gott steckt im Detail» (Il buon Dio è nei dettagli). Ci ho pensato lunedì leggendo sul "Corsera" (p. 1) "L'urna e il corpo del Santo". Aldo Cazzullo, unico assieme all'inviata di "Avvenire" Marina Corradi, ha assistito in diretta alla riesumazione delle spoglie di sant'Antonio. Scritto sentito e partecipe, porta il lettore a capire, ed è ricco di dettagli, tra cui questo: «Le rotule ampie e appiattite, segno delle tante ore trascorse in ginocchio». In ginocchio! Un bel segno materiale, e di una realtà tutta spirituale, nel senso della realtà della vera preghiera, in cui lo Spirito prega con noi, anzi in noi e per noi «con gemiti inesprimibili» (Rom. 8, 26) e lascia traccia visibile anche sulle ginocchia del Santo. Il Santo? Ci pensi un po' e il discorso si amplia, perché ricordi che san Paolo scrive a tutti «i santi che sono nella Chiesa» cui si rivolge. E sì! Tutti i cristiani veri dovrebbero essere "santi", quindi col segno delle "rotule appiattite". Tutti, ma soprattutto quelli che per "servizio" (ministerium) dovrebbero essere sempre aperti allo Spirito, con la "S" maiuscola, per non cadere nell'idea pagana che spirituale sia qualcosa di astratto, falsamente "celeste", dimentico di fraternità, giustizia e diritto. In quel particolare delle rotule appiattite, dunque, qualcosa che rivela la presenza del "Lieber Gott", del buon Dio che arriva leggera anche sulla prima del "Corsera": bel respiro di vero cielo in un "dettaglio" di pagina laica!
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