giovedì 12 marzo 2009
Arriva in Parlamento il testamento biologico, e si parla di possibile introduzione per legge dell'eutanasia. Il richiamo infatti è alla triste vicenda Englaro, e pur escluso ogni giudizio sul cuore di chiunque, soprattutto dei suoi familiari " noto solo a loro e certo al Dio di pietà e misericordia ", è chiaro che la sua conclusione, con il distacco di acqua e cibo seguito da «morte per disidratazione», è stata vera eutanasia. Acqua passata? No, e perciò la prevenzione. Malpelo ha ricevuto via Internet una lettera che cercherebbe la firma di «almeno 100 preti» e che in sostanza è un appello non solo a lasciar morire in pace chi si trova in situazioni terminali, ma nella sua apparente innocenza pare nascondere una campagna nascosta di irresponsabile selezione eugenetica e anche sociale. Infatti nel "documento" proposto con il titolo "Appello ai sacerdoti", tra parole di responsabilità e solidarietà, dopo l'affermazione che «la vita deve essere rispettata sempre e senza condizioni finché resta vita umana nella coscienza, nella dignità e nella forza di sostenerla», arriva la conclusione, alla lettera così: «Come credenti riteniamo che chiunque come è stato libero di vivere la propria vita, così possa decidere di morire in pace, quando non c'è speranza di migliorare le proprie condizioni di esistenza umana». Domande: solo per i malati terminali, o anche per chi ha notizia di una grave infermità in arrivo, e magari per tutti i popoli cui tocca vivere affamati, assetati, miseri e abbandonati? Una specie di spinta a farla finita, o anche a"togliersi di mezzo? Firme di preti! No, qualcosa non fila.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI