
Agenzia Romano Siciliani
Per loro avrebbe dovuto essere una festa da vivere assieme a quel «nonno» che li ha saputi conquistare con le sue parole sagge, i suoi spunti di riflessione e i suoi gesti così semplici e amorevoli. La morte di papa Francesco, però, ha dato un nuovo significato al Giubileo degli adolescenti che si è aperto ieri e che si concluderà domani con la Messa in San Pietro. La festa resta, ma quel nonno parteciperà dall’alto, continuando a farli riflettere sul significato della vita. Come dimostrano le loro stesse parole.
Tra gli ottantamila adolescenti che si sono messi in viaggio verso Roma, ieri c’era anche il gruppo dei 135 ragazzi, accompagnati da educatori e sacerdoti, degli oratori di Cinisello Balsamo, in arcidiocesi di Milano. Nella capitale si sono uniti agli altri settemila coetanei milanesi (15mila da tutta la Lombardia), già arrivati a Roma per vivere il Giubileo degli adolescenti e partecipare stamani ai funerali del Papa. «Ci sveglieremo alle 4 di mattina per essere presenti alle esequie – spiega don Matteo Viscomi, alla guida degli oratori –. Papa Francesco ha toccato le loro corde, lo sentono vicino e per loro è stata una notizia durissima. Quando è morto, mi hanno scritto a decine».
Molti ammettono di aver pianto, lunedì scorso, di fronte alla televisione che riportava la notizia della morte. Ma quasi tutti ora, al ricordo di papa Francesco, iniziano a sorridere. Alcuni conservano un ricordo personale del Pontefice. Matilde, 16 anni, lo aveva incontrato a Roma nel 2016: «Ero troppo piccola per essere presa in braccio da lui – ricorda – ma mi ha comunque guardata ed ero felicissima. Quando ho saputo della sua morte, ci sono rimasta male perché speravo di reincontrarlo». A Chiara, invece, che di anni ne ha 17, Bergoglio ricorda il nonno scomparso: «Dopo la sua morte, con mia mamma siamo andati a Roma a incontrare papa Francesco – racconta – che mi è subito sembrato simile a mio nonno in volto. Mi ha fatto molta simpatia». Ma è crescendo che ha apprezzato l’operato del Pontefice: «Si è impegnato moltissimo a cercare di rendere la Chiesa più inclusiva e trasparente – commenta –. Per noi giovani è stato importantissimo».
Per i più grandi, papa Francesco è sinonimo di Gmg (Giornata mondiale della gioventù). «Quando ero a Cracovia, disse di non starsene sul divano ma di alzarsi e camminare – ricorda Rachele, 28 anni –. Da allora quella frase mi è rimasta nel cuore». Le stesse parole colpirono Francesco, 27 anni, che ne ha fatto uno stile di vita: «Ho scritto quella frase nella mia regola di vita – confessa – che ho consegnato anche al vescovo anni fa». Altri ricordano l’impegno di papa Francesco per i più poveri, per i carcerati e per i migranti. «Lui ha aperto una via nuova – commenta Rebecca, 17 anni – che spero che il prossimo Pontefice porti avanti». Ma i funerali di oggi, per tutti loro, sono l’occasione di un ultimo accorato saluto: «Era una brava persona – dice con le lacrime agli occhi Niccolò, 14 anni – e volevo seguire le sue tracce, sono tristissimo per la notizia».
E a Roma ieri sono arrivati gruppi da tutta Italia. Tutti hanno l’intenzione di vivere fino in fondo il pellegrinaggio giubilare, che per tutti è una novità. «Sarà sicuramente un’esperienza insolita, ricca di emozioni e soprattutto formativa – dice Letizia Acquaroli, 17 anni, di Montecosaro (in provincia di Macerata e diocesi di Fermo) –. Mi aspetto a livello personale che possa essere un grande momento di riflessione, di spiritualità e di crescita». «Non è la prima volta che vengo a Roma, ma è la mia prima volta ad un Giubileo – racconta Matteo Andreozzi, 16 anni, di Lucca –. Mi aspetto di vivere un’esperienza unica che mi porterò dentro per tutta la vita, è una grande opportunità che sono contento di aver colto. Sono dispiaciuto per la morte del Papa – prosegue il giovane –, si capiva che aveva a cuore la sua missione di portare Dio agli altri. Anche se senza papa Francesco, non sarà la stessa cosa, penso che questa esperienza sarà emozionante».
Anche Sofia Cefeo, 16 anni, di Chiavari, ricorda il Papa: «Ci ha guidato in questi anni con il suo entusiasmo e la sua semplicità, mi hanno tanto colpito le sue parole quando diceva di seguire i propri sogni – sottolinea –. Ho cercato di metterle in pratica nella vita di tutti i giorni. L’ho ascoltato da vicino quando ho partecipato all’iniziativa dei cresimati con i miei coetanei della diocesi – prosegue Sofia –. Vederlo di persona che parlava proprio a noi mi aveva commosso. Poi quando ho dovuto scegliere la scuola per le superiori, ho deciso di seguire le mie passioni e mi sono iscritta al liceo artistico. Sono tornata a Roma per il Giubileo degli adolescenti per stare insieme a ragazzi e ragazze più piccole di me che seguo nel percorso in parrocchia. Sono sicura sarà una possibilità di ascolto e dialogo unica».
Anche Caterina Capurro, 13 anni, da Santa Margherita Ligure, non è la prima volta che viene a Roma: «Sono contenta di poter partecipare con il gruppo della mia parrocchia, incontrando tanti coetanei che arrivano da tutto il mondo che mi fanno vedere la bellezza di essere parte della Chiesa – nota –. Siamo dentro a una pagina di storia che non mi aspettavo di vivere». «Il Giubileo è sicuramente un momento per riflettere sulla propria interiorità – sottolinea Cesare Zonca, 14 anni, di Vogogna, in diocesi di Novara –. Un’esperienza di Chiesa e del camminare insieme seguendo il Vangelo della gioia, come papa Francesco ci ha sempre suggerito».