
Un gruppo di cardinali ai funerali del Papa - Fotogramma
«È una ricchezza» un Collegio cardinalizio così ampio ed eterogeneo come quello che papa Francesco ha lasciato alla Chiesa. Lo ribadisce con decisione il cardinale Jean Zerbo rispondendo a una domanda di Avvenire. Porporato del Mali, 81 anni, arcivescovo emerito di Bamako, spiega che «la Chiesa non è di qualcuno, di un gruppo, di un continente. Al contrario, è ricca, ha tante sfaccettature e non ha colore». Parla uscendo dalla Basilica di Santa Maria Maggiore al termine dei secondi Vespri della Domenica della Divina Misericordia che i cardinali scelgono di celebrare accanto alla tomba di papa Francesco e all’icona mariana della Salus Populi Romani cara al Pontefice argentino.

Il cardinale Jean Zerbo, proporato del Mali, 81 anni, arcivescovo emerito di Bamako - Avvenire
«Ciò di cui oggi ha bisogno la comunità ecclesiale è di proseguire nel cammino tracciato da Francesco. È l’apertura il messaggio che ci affida papa Bergoglio e che vorrei recepisse il prossimo Pontefice: una Chiesa di tutti perché Dio è per tutti e una Chiesa che accoglie tutti, soprattutto i più poveri». Quando gli viene chiesto se il nuovo Papa sarà conservatore o progressista, il porporato taglia corto: «Questa visione non mi piace. Noi siamo sempre in movimento. L’uomo è capace di cambiare. Tutto il mondo si sta muovendo e la Chiesa deve interpretare questo passaggio».

Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo emerito di Vienna, 80 anni compiuti a gennaio - Avvenre
È analoga la domanda che, sempre davanti a Santa Maria Maggiore, si vede porre il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo emerito di Vienna, 80 anni compiuti a gennaio. La stampa lo interroga se la Chiesa continuerà nel “progresso” di Bergoglio. «Mi chiedo che cosa si intenda per progresso - risponde la berretta austriaca -. Francesco ha mostrato alla Chiesa e al mondo che siamo un’unica famiglia umana, che siamo tutti figli di Dio e che abbiamo una sola via che Dio ci ha indicato, la via di Gesù attraverso il Vangelo». Poi tiene a far sapere: «Ci impegneremo a rimanere nella rotta che papa Francesco ha indicato». Quindi il commento al colloquio fra il presidente americano Donald Trump e il leader ucraino Volodymyr Zelensky nella Basilica di San Pietro che si è tenuto a margine del funerale del Pontefice: «Immagino papa Francesco che stenda le mani su entrambi e li benedica con la profonda fiducia che il bene è più forte del male e la guerra è sempre una sconfitta».

Il cardinale Augusto Paolo Lojudice, 60 anni, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza, durante la Messa con i ragazzi delle sue due diocesi - Ufficio stampa diocesano
«Chiedo a voi di pregare per noi cardinali in questo momento importante per la vita e la storia della Chiesa, perché possiamo riflettere insieme serenamente e soprattutto essere aperti al soffio dello Spirito Santo». Si rivolge ai suoi giovani il cardinale Augusto Paolo Lojudice, 60 anni, arcivescovo di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza. Oltre quattrocento i ragazzi delle due diocesi che sono arrivati a Roma per il Giubileo degli adolescenti. Il porporato celebra la Messa per loro e nell’omelia accenna al Conclave: «Non c’è nessuna contesa in questo momento tra di noi, perché tutti sappiamo che fare il Papa è una cosa difficile e quindi chiunque sarà chiamato a coprire questo ruolo avrà bisogno di ascoltare lo Spirito».