«Vaccini per tutti: criterio di voto». Una proposta utile, concreta umana
sabato 4 settembre 2021

Caro direttore,
è molto significativo che i politici cattolici di Europa e America Latina, riuniti a Madrid, abbiano sottoscritto e lanciato un manifesto per la vaccinazione universale solidale. Dodici i punti sottoscritti dai partecipanti al Secondo incontro internazionale, convocato dall’arcivescovo di Madrid, cardinale Carlos Osoro, e dall’Accademia latinoamericana dei leader cattolici, con il sostegno della Fondazione Konrad Adenauer. Sono princìpi fondamentali, espressi più volte da papa Francesco e contenuti in modo completo anche nella Nota vaticana del 29 dicembre 2020: «Vaccino per tutti. 20 punti per un mondo più giusto e sano». La proposta che ho avanzato nella mia rassegna stampa quotidiana gratutita “La Versione di Banfi” (alessandrobanfi.substack.com) è semplice ed è anzitutto rivolta agli elettori cattolici: adottiamo in Italia questo Manifesto come “bussola” per orientarci fra i candidati e i partiti delle prossime elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre. È giusto che i cattolici adottino dei criteri comuni nell’espressione del libero voto democratico. Lo hanno già fatto in passato. Certo, non è più tempo di schieramenti ideologici, né di pregiudiziali. Per fortuna oggi nel sistema politico sono condivisi molti princìpi, un tempo difesi solo dai cattolici. Basti pensare alla rivalutazione comune di una figura come Alcide De Gasperi. Ma il criterio del “vaccino per tutti” potrebbe davvero essere un principio discriminante oggi perché il voto del singolo non sia affidato all’umore o alla reattività, o peggio, agli interessi pratici individuali. La solidarietà e l’amore per il prossimo oggi si incarnano anche nella richiesta di scelte pubbliche e politiche da condividere. Come fra l’altro hanno recentemente richiamato il presidente Mattarella e papa Francesco. La scelta di candidati e partiti, allora, acquisterebbe un senso alto: non votare chi si oppone ai vaccini per tutti può essere, anche in caso di elezioni locali, un riferimento pratico e insieme ideale. Non un principio astratto ma una battaglia molto concreta, anche se globale, che faccia intravedere un’attenzione antropologica ben precisa. È vero: la secolarizzazione anche in Italia predica un modello in cui la fede non c’entri con la politica. Ma una scelta tutta laica di un tema così può, viceversa, essere una valida testimonianza della posizione umana descritta nella Fratelli tutti.

Alessandro Banfi

Sono d’accordo con te su un punto cruciale, caro Alessandro: la limpida e concreta opzione politica «vaccini per tutti» è una cartina al tornasole utilissima per cogliere quanta intelligenza della realtà (non solo in questa stagione pandemica) e quanta umana solidarietà (il nome “sociale” dell’amore, e dell’amore cristiano per il prossimo) c’è nelle proposte di partito oggi in circolazione. Si possono coniare gli slogan più a effetto e fare le promesse più suggestive, ma se non si è capaci di dire chiaro e tondo che i vaccini anti-Covid non devono continuare a essere soprattutto una cosa da ricchi – che possono permettersi persino di snobbarli – non si merita fiducia. Sono convinto anch’io che chi non ha visioni di bene e di giustizia salde e grandi, chi non nutre con concretezza un’idea di futuro – Mino Martinazzoli ha saputo dirlo ancora una volta nella bella «intervista postuma» a Franco Provinciali che abbiamo pubblicato ieri a dieci anni dalla sua morte (Lo sguardo profetico di Martinazzoli: “Non c’è politica senza idea di futuro”) – non è capace neppure di amministrare, e dunque orientare, la vita quotidiana di una comunità locale.


Il Papa continua a ricordarci – anche se c’è chi si tura le orecchie o magari sbraita e inveisce per non sentire – che non si resiste, non si cammina e non ci si salva da soli nella dura prova del Covid e nella sfida del «cambiamento di epoca» in corso. In termini politici (e morali) questo significa rendersi conto che soltanto il principio di fraternità può darci stile di marcia e direzione per uscire dalla “palude” dell’egoismo e della disuguaglianza che si allarga in un mondo depredato e piagato. Una “palude” piena di miraggi e di trappole, per i singoli come per le comunità e per le nazioni. Un giornalista di valore come te, caro Alessandro, lo coglie con finezza e con spirito pratico. Metto il tuo suggerimento a disposizione degli amici lettori. Qualcuno magari obietterà che non è l’unico criterio possibile per orientare una scelta di voto (e soprattutto di voto amministrativo), ma è certamente un criterio solido, e – come ho scritto – davvero rivelatore. Negare, di fatto, ai Paesi meno economicamente sviluppati e alle popolazioni più povere della Terra una decente ed efficace disponibilità di vaccini anti-Covid, la migliore tra le cure oggi a nostra disposizione contro il coronavirus, o anche solo considerare tale questione come irrilevante, è già una scelta di campo. Una scelta disumana, e anti-cristiana. I politici cattolici d’Europa e America Latina hanno fatto bene a scriverlo, quasi a scolpirlo, nel loro Manifesto.

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