giovedì 30 aprile 2015
Un anno di Garanzia Giovani. Aspetti positivi e negativi, ora lavoriamo assieme senza polemiche. (Giuliano Poletti)
Giovani, un anno vissuto senza Garanzia
ISTAT La disoccupazione giovanile sale al 43%
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Caro direttore,
per una valutazione equilibrata di Garanzia Giovani a un anno dall’avvio, impegno al quale "Avvenire" si è dedicato ieri, credo sia necessario richiamare alcuni punti critici di partenza. Ne cito due. Si tratta di un programma europeo, la cui attuazione è sottoposta al rispetto di vincoli stringenti: l’Italia ha presentato uno specifico programma operativo nazionale (il secondo approvato dalla Ue, dopo la Francia), mentre alcuni Paesi non l’hanno ancora fatto e la Commissione, su istanza dei Paesi membri, ha deciso di dare uno stimolo portando dall’1% al 30% l’entità del prefinanziamento. Nel nostro Paese, la Costituzione attribuisce le competenze sulle politiche attive alle Regioni, che debbono fare i conti con la mancanza di infrastrutture adeguate a sostenere programmi, come la Garanzia, centrati sulla presa in carico delle persone: è nota la storica debolezza dei nostri centri per l’impiego paragonata alla situazione degli altri Paesi europei.
 
 
Detto questo, credo che oggi ci siano motivi di soddisfazione e di insoddisfazione. Tra i primi, senza dubbio, il fatto di aver innescato un processo di attivazione importante: è la prima volta che, in Italia, oltre 530mila giovani, al ritmo costante di oltre 10 mila a settimana, hanno deciso volontariamente di registrarsi a un programma che li mette in relazione con le istituzioni. E va ricordato anche l’impegno delle Regioni che, pur partendo da situazioni diverse sotto il profilo sia della robustezza dell’economia sia dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni, ha reso possibile l’attuazione concreta del Programma. Va detto, al proposito, che i ritardi iniziali delle prese in carico dei giovani (oggi oltre 270mila) si sono fortemente ridotti e adesso il loro numero, ogni settimana, è quasi pari a quello dei giovani che si registrano (al netto delle cancellazioni). Cresce anche il numero dei giovani cui è stata proposta una misura: oltre 81mila.
 
 
E, ancora, un dato di trasparenza: dall’avvio del programma, pubblichiamo ogni settimana un report che dà conto dello stato di attuazione. Una scelta apprezzata dalla Commissione Ue. Infine, non per importanza, il tema delle risorse. Fino a qualche settimana fa si paventava il rischio che quelle disponibili (1,5 miliardi tra risorse comunitarie e cofinanziamento nazionale) non venissero spese. Ora, la preoccupazione è che non siano sufficienti a garantire l’erogazione delle misure previste dal programma a tutti i giovani che si saranno registrati entro la fine dell’anno. Un’evidenza che ci ha spinto a ribadire la nostra richiesta che Garanzia Giovani diventi una misura strutturale in Europa.
 
 
Non mancano, però, i motivi di insoddisfazione. A partire dal numero dei giovani che siamo riusciti a raggiungere. A fine anno, se si proseguirà con il ritmo attuale, si saranno registrati 800mila giovani: un numero gigantesco, ma comunque meno della metà dei Neet presenti nel Paese. E quelli finora rimasti fuori sono i giovani in condizioni di maggiore svantaggio, sotto il profilo culturale e sociale. Bisogna quindi impegnarsi a trovare gli strumenti e i canali adeguati per coinvolgerli.
Insoddisfacente è anche la capacità di coinvolgimento delle imprese e dei servizi privati per il lavoro: dobbiamo lavorare con forza perché anche questi soggetti vivano la Garanzia come un’opportunità importante.
 
 
Credo, in ogni caso, che in questo anno molti soggetti – dagli operatori dei centri per l’impiego, alle Regioni, a chi ci ha osservato e criticato come Adapt, alle agenzie per il lavoro – abbiano lavorato sul Programma con la volontà di non perdere un’occasione e lo spirito di chi sa che la costruzione di una nuova infrastruttura così complessa e che implica una forte collaborazione richiede una grande disponibilità a cogliere i limiti e a superarli, considerando comunque la Garanzia come un grande contenitore di opportunità per migliorare l’occupabilità dei nostri giovani.
 
Va in questa direzione il progetto che abbiamo lanciato martedì, in collaborazione con Google e Unioncamere, per offrire ai giovani registrati l’opportunità di acquisire competenze digitali importanti per entrare nel mondo del lavoro. Una scelta che testimonia della volontà di cambiare, migliorare ed arricchire di opportunità Garanzia Giovani, cogliendo tutte le sollecitazioni e senza perderci in inutili polemiche.
 
* Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
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