Da Pio IX a Paolo VI a Giovanni Paolo II
mercoledì 23 maggio 2018

Una bella infilata di santi. La canonizzazione di Paolo VI conferma che il titolo di 'santità' – con il quale in genere ci si rivolge al vescovo di Roma – non è poi così usurpato come certa opinione pubblica vorrebbe alimentare. Mi riferisco alla notizia per cui il prossimo 14 ottobre Paolo VI diventerà 'santo', andando così ad ingrossare il felice fenomeno dei Papi 'santi tutti'. I più anziani tra noi ricorderanno come ai funerali di Karol Wojtyla – io c’ero – fossero ben visibili i cartelli con la scritta 'santo subito': chissà se il prossimo 14 ottobre a Piazza san Pietro, quando Montini passerà da 'beato' a 'santo', ci saranno cartelli con la scritta 'santi tutti', con riferimento ai Papi e comprendendo, perché no, anche Benedetto XVI e Francesco, i due attualmente viventi. Per la Chiesa, la santità dei Papi non è un requisito necessario, ma – certo – non è un’eccezione.

Anzi, da un po’ di anni a questa parte sta diventando la regola, come avveniva agli inizi del cristianesimo. Infatti, i primi trentacinque Papi, quelli da san Pietro a san Giulio I (352), sono stati tutti santi; se aggiungiamo poi che, con l’eccezione di quattro, si può dire lo stesso dei primi cinquantaquattro, pare indubitabile che il requisito della santità del vescovo di Roma sia una caratteristica per lo meno 'non rara'.

Se si scorrono gli elenchi, si scopre poi che la santità dei Papi inizia a diradarsi seriamente intorno al nono secolo per scendere al 'secolo nero', che è il decimo, precipitando al periodo dei Papi a volte anche indegni: i secoli bui che vanno dal 1200 al 1500, con 'gemme' al negativo quali Alessandro VI (papa Borgia). Il tic tac della santità pontificia però riparte. Dapprima pare stentare e ha solo qualche sussulto ma, in tempi recenti, sembra proprio che lo Spirito Santo voglia rinverdire i fasti della Chiesa primitiva. A fine ’800 e nel ’900 troviamo il Beato Pio IX, e poi San Pio X, il venerabile Pio XII e quindi ecco l’infilata dei 'santi tutti': san Giovanni XXIII, san Paolo VI, san Giovanni Paolo II (con in mezzo papa Luciani, già venerabile e presto beato ma, a detta di tutti, santo tra poco). In questo andamento c’è una regola generale? Mi azzardo a dire di sì, ed è la regola dell’umiltà. Perché Gesù ha detto di imparare da Lui che è «mite e umile di cuore» (Mt 11,28) e, inoltre, mentre i grandi della terra governano sulle genti dominandole, fra i cristiani non dovrà essere così ma chi comanda «sarà servo di tutti» (cfr Mc 10, 4243).

Lo Spirito Santo pertanto assiste tutti i Papi ma in particolare risplende in chi è umile, in chi decide di far parlare più che il ruolo politico, la carica ecclesiastica o il rango intellettuale, proprio quello Spirito che Gesù ha definito «paraclito», cioè «colui che si fa vicino». Sarà un caso ma il primo Papa a tornare 'beato' in tempi recenti è Pio IX, e cioè l’ultimo sovrano dello Stato Pontificio. Come se lo Spirito Santo volesse sottolineare che nel sovrano, in chi comanda, la santità non sarà forse impossibile, ma certo è davvero tanto, tanto difficile. E a questo proposito è evidente a tutti come da Pio IX in poi il papato ha perso sempre più la sua connotazione politica per veder crescere invece la sua autorevolezza morale e spirituale.

Perdi il governo delle cose e cresce la tua umiltà, ovvero l’attrattiva che eserciti sulle anime. Perché l’espressione 'potere temporale' indica in genere il periodo in cui il Papa, oltre ad essere sommo pontefice della Chiesa cattolica, era anche sovrano dello Stato Pontificio e, guarda caso, è proprio il periodo che va dal 752 al 1870: esattamente quello in cui la santità dei Papi era diventata rara se non rarissima e quasi impossibile. Quell’umiltà invece che è una caratteristica evidentissima sia in papa Benedetto sia in papa Francesco: nel primo per la sua rinuncia, nel secondo per il suo continuo riferimento ai poveri. Anche loro 'santi subito' perché 'tutti santi'?

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