mercoledì 6 marzo 2013
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Caro direttore,
forse perché abituato dall’ultima campagna elettorale, mi capita di intravedere i lati comico- grotteschi della nostra sciagurata politica/antipolitica. In uno dei racconti di "Mondo Piccolo", Guareschi "vede" il suo Peppone davanti al palazzo comunale: è un Peppone urlante e assatanato, a capo di un movimento di protesta, e c’è da scommettere che sarebbe ancora lì se il saggio Bigio non gli ricordasse che è proprio lui, il sindaco Peppone, a governare il Comune.
Caro direttore, è automatico: ogni qualvolta sento di partiti o movimenti che pretendono di essere nel contempo di lotta e di governo sento il risolino di Guareschi, che queste cose per tempo ha profetizzato. Che ci posso fare? Ora che si sussurra di via libera (forse) a governissimi che dovrebbero cancellare il "Porcellum "per festeggiare una nuova legge elettorale, suggerisco anch’io la mia! Sento che due turni elettorali andrebbero molto bene: avrebbero il duplice scopo di chiarire chi deve governare e chi fare l’opposizione. Lo dico a modo mio: alla prima tornata elettorale il partito, movimento o confraternita che risulta più votato va a governare. Seconda tornata elettorale: il partito, movimento o confraternita che risulta più votato va a fare l’opposizione. Il quadro si chiarisce e il popolo sovrano sa che al primo colpo avrà il governo, al secondo colpo avrà l’opposizione. Il Governo potrebbe finalmente rappresentare la Ragione e l’opposizione finalmente potrebbe rappresentare la Suggestione. Con buona pace di tutti. La democrazia sarebbe salva e i mercati potrebbero, poverini anche loro, regolarsi un po’.
Francesco Zanettin, Gal​liera Veneta (Pd)
 
E sì, caro signor Zanettin, vien voglia di scherzarci su. Lei sa meglio di me che un sistema a due turni non funziona esattamente così come lo descrive nella sua lettera (il primo turno è per contarsi, il secondo per decidere chi viene eletto e governa, come qui in Italia già accade nel voto comunale e per l’elezione del sindaco). Ma la provocazione che lei aveva in mente devo dire che funziona piuttosto bene: siamo sospesi tra Ragione e Suggestione. E rischiamo che prevalga quest’ultima. Sembra un gioco, una bella altalena, e invece è uno stadio estremo della politica spettacolo e promette – anzi, minaccia – il "tutto esaurito". Esaurito al botteghino elettorale. Ma esaurito soprattutto il buon senso, dello Stato e del bene comune. Esaurito, di questo passo, anche il gran tesoro delle energie positive del Paese. Esaurita, sempre più, la pazienza dei cittadini (persino l’ultimo po’ di quella dei già impazienti che già hanno preso a scaraventare nelle urne un voto scassatutto). Così tutto può diventare possibile, di male in peggio. E tuttavia non ci possiamo rassegnare a lasciar seppellire la nostra preziosa democrazia sotto valanghe d’inconcludenza e di egotismi, di discredito e di risate amare. Non possiamo proprio.
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