Niente abbracci, siamo inglesi (e neppure «si batte il cinque»)
sabato 14 gennaio 2023

Alzi la mano chi non può raccontare storie di amori sbocciati sui banchi di scuola, di mani intrecciate sotto i banchi, di occhiate e baci rubati al suono della campanella? Anche solo ricordi di batticuori intensi come solo quelli dell’età compresa tra l’adolescenza e la maturità può regalare. Emozioni di sfacciata umanità che la direzione di un college dell’Essex, in Inghilterra, vuole mettere al bando. Il 9 gennaio l’Hylands School di Chelmsford ha inviato alle famiglie degli studenti una lettera per informarli che, d’ora in poi, tra gli studenti non sarà più consentito “alcun tipo di contatto fisico”, neppure consensuale. E che, ancora, non saranno più tollerate le “relazioni romantiche”. Il tono della missiva trasuda quel tipico pragmatismo all’inglese, figlio della diffidenza nel pensiero astratto, che gli italiani fanno spesso fatica a capire. «Vogliamo che a scuola tuo figlio si concentri sull’apprendimento – spiega che non sia distratto da problemi relazionali». Perché, si sa, l’amore a quell’età è particolarmente intenso e strugggli ente. Può anche far male. Nulla a che vedere con i rapporti «sani e positivi » di cui insegnati continueranno a parlare nelle «lezioni di sviluppo personale».

La scuola che non vuol sentir parlare di amore bandisce anche la fisicità. Vietati ovviamente gli schiaffi e le aggressioni, e ci mancherebbe, ma anche gli abbracci e il «tenersi per mano». Anche tra compagni. Il contatto fisico, argomenta la direzione, è sconveniente anche se genuino e puro nelle intenzioni, «può procurare lesioni e gravi disagi». Bandirlo è questione di «sicurezza». « Per costruire amicizie davvero positive che, si spera, dureranno per tutta la vita«», in sintesi, non sono necessarie carezze perché bastano «rispetto e inclusione». Per lo meno a scuola, dove ci si comporta con «professionalità» come «qualsiasi futuro datore di lavoro si aspetterebbe».

La politica del “giù le mani”, ispirata dall’onnipresente politically correct e adottata anche alla Southchurch High School di Southend-on-Sea, non è stata accolta con unanime favore. Piace, certo, ad alcune famiglie. Ma diverse sono quelle che la contestano bollandola come “arcaica” e “draconiana”. La privazione del contatto di un abbraccio, è la critica più ricorrente, mina lo sviluppo dell’empatia, già compromessa dal mondo digitale, a favore dell’isolamento. « Non è così che si insegna a un ragazzo l’appropriatezza di una stretta di mano », sbotta uno dei genitori. Perché, dunque, soffocare la naturalezza di un buffetto o di un «batti il cinque »? Secondo l’editorialista del quotidiano “Telegraph” Jemima Lewis, che ha sollevato il caso, la sterzata rigorista nasce in risposta ai casi di violenza sessuale tra teenager che troppo spesso riempiono le pagine di cronaca. Ma, commenta, è «eccessiva», sproporzionata. Se la scuola deve preparare i ragazzi ad affrontare la vita non può rinunciare ad accompagnarli anche nella sana esplorazione delle emozioni. Delle pene e delle gioie dell’amore che non si previene. Abbandonarli significa esporli al rischio, come racconta Flaubert nell’“Educazione sentimentale”, di stare al mondo come tristi spettatori di sé stessi.

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