martedì 4 marzo 2014
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Affascinato dalla pedagogia attiva del francese Célestin Freinet (1896–1966), il maestro Mario Lodi, scomparso a 92 anni, ha dato vita nel dopoguerra al Movimento di Cooperazione Educativa, che ha coinvolto molti insegnanti nel rinnovamento della scuola elementare.  Il paese sbagliato, pubblicato nel 1970, fu una testimonianza ragionata della fatica e delle gioie dell’insegnamento e, nello stesso tempo, il quadro di un vero protagonismo infantile nei processi di apprendimento. Il grande successo editoriale mostrò che un vasto pubblico aveva capito anche la proposta, contenuta tra le pagine del libro, di un nuovo impegno civile necessario per attuare la democrazia. Mario Lodi è stato uno spirito laico, ma ha sempre circondato di grande comprensione e rispetto la storia familiare, sociale e religiosa di ogni bambino. Esemplare è rimasta la contrarietà dichiarata di Lodi allo spostamento dei bambini dalle periferie ai centri maggiori, motivata dalla convinzione che i primi apprendimenti scolastici devono formalizzare le conoscenze già apprese in famiglia e nel proprio ambiente di vita. Significativa una trasposizione della vita di Gesù nell’ambiente moderno, che ebbe l’incoraggiamento di monsignor Ernesto Pisoni. Ancora più sorprendente un episodio che ha spazio nel testo di Lodi: il canto di tutti i Vangeli, un brano per mattina di tutto il corso elementare, eseguito da una scolara particolarmente entusiasta e sensibile. Lodi è sempre stato convinto sostenitore di una creatività infantile da scoprire e incoraggiare. Tuttavia, la sua lezione non è stata del tutto accolta dalle riforme scolastiche, almeno da trent’anni a questa parte; hanno prevalso programmazioni rigide, intellettualismi aridi, indebolimento degli obiettivi di formazione al dialogo, alla convivenza, alla democrazia. Non sono mancati però a Mario Lodi i meritati e prestigiosi riconoscimenti. Accade, a volte.
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