lunedì 9 marzo 2009
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La lobby internazionale che vuole produrre staminali embrionali umane passa all’incasso: il presidente americano Obama annuncia un provvedimento che amplierà i finanziamenti federali a questo tipo di ricerca negli Usa, mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale. E d’altra parte, al momento dell’elezione di Obama sono state proprio le azioni di alcune grandi compagnie bio-tech impegnate in questo settore a schizzare in Borsa. Ma a scanso di equivoci, è bene ricordare che non è mai esistito alcun divieto in questo senso, negli Stati Uniti, neppure da parte dell’amministrazione Bush: staminali embrionali umane sono state studiate ovunque con fondi privati, e in molti Stati, come ad esempio la California, pure con fondi pubblici statali. Anche i finanziamenti federali potevano essere utilizzati ma limitatamente ad alcune linee cellulari, ovvero quelle prodotte fino all’agosto 2001. In altre parole, il presidente Bush aveva impedito di utilizzare i fondi federali per continuare a distruggere embrioni umani, consentendo invece di utilizzare le linee cellulari già esistenti all’inizio del suo mandato presidenziale per proseguire questo filone di studi. A dimostrare l’effettiva libertà di ricerca nel settore c’è l’autorizzazione nei primi giorni della presidenza Obama della prima e unica sperimentazione con questo tipo di cellule da parte dell’Fda, l’agenzia di farmacovigilanza americana, evidentemente frutto del lavoro degli anni precedenti, durante l’aborrita amministrazione Bush. Quindi se a più di dieci anni dalla produzione della prima linea di staminali embrionali umane la ricerca del settore è ancora in alto mare non è certo per la mancanza di denaro: centinaia di linee cellulari embrionali sono già a disposizione dei ricercatori che lo vogliono, e, d’altra parte, in Paesi come Corea, Singapore e Cina, dove difficilmente si può parlare di ostacoli di natura etica, i finanziamenti sono sempre stati a dir poco generosi. Ma la soppressione di centinaia di migliaia di embrioni umani nei laboratori di tutto il mondo non ha portato a nessuno dei risultati tanto sbandierati. La ricerca più promettente del settore è invece quella promossa dal ricercatore giapponese Shynia Yamanaka che è riuscito a far 'tornare indietro' le cellule adulte, fino ad uno stadio simile a quello delle embrionali: oggi si parla di «Ips» (staminali pluripotenti indotte), il cui principio è stato scoperto lavorando su cellule embrionali di topo, non certo su quelle umane. D’altra parte per la medicina rigenerativa le cellule necessarie sono quelle con lo stesso dna del malato per poterne sostituire altre distrutte da patologie, evitando problemi di rigetto: facile ottenerle con le Ips, finora impossibile con le embrionali. La cosiddetta «clonazione terapeutica», tanto magnificata per le sue presunte virtù, non è mai stata realizzata in alcun laboratorio del mondo. E se parlare di terapie e cure dietro l’angolo con le Ips sarebbe senz’altro prematuro, con le embrionali umane si insisterebbe in quella che è stata definita «ricerca che non trova». Perché allora tanto battage e altrettanti plausi per la scelta di Obama? Perché dietro la bandiera della libertà di ricerca – che come abbiamo visto c’è sempre stata, in America come ovunque – c’è solo la volontà di ottenere soldi per la propria ricerca, operano lobbies che hanno investito nelle staminali embrionali senza avere risultati e tentano di rimanere a galla cercando altri finanziamenti, non volendo cambiare rotta per non perdere la propria reputazione, e soprattutto il denaro investito.
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