Voci accoglienti e pacificanti da Alcamo: giovanissimi solidali coi coetanei ucraini
sabato 26 marzo 2022

Ho deciso di dedicare ancora una volta il mio spazio di dialogo coi lettori a lettere di ragazzini e ragazzine che le hanno scritte, rivolgendosi a propri coetanei, chiamati per nome, profughi dalla guerra in Ucraina. Stavolta, dopo quelle indirizzate a Putin e a Biden da studenti e studentesse di una scuola laziale (24 febbraio 2022), arrivano dalla Sicilia, da una seconda media dell’istituto “Rocca” di Alcamo, nel Trapanese. A dar voce al desiderio di condividere i loro pensieri con “Avvenire” è stato, d’accordo con le famiglie, il professore Vito Melia. Anche in questo caso tutte sono state sintetizzate e alcune, purtroppo, non hanno trovato spazio sul giornale (sul nostro sito online invece ci sono). Mi dispiace, perché ognuna di esse è diversamente bella e, nel tono, ugualmente accogliente e pacificante. E questo nonostante l’acuta e dolente consapevolezza – certo merito anche di famiglie e insegnanti – della durezza di quanto sta accadendo alla gente del Paese aggredito per ordine del presidente russo Putin e a chi lì sta combattendo. Grazie di cuore.


Caro bambino,
come stai? Forse non è una domanda giusta in questo periodo. Hai abbandonato la tua terra. Nei parchi al posto dei bambini che giocano, scoppiano bombe. Hai lasciato papà e al solo pensiero piango. Dovresti andare a scuola, fare amicizie, imparare tante cose per il tuo futuro. Invece... Un giorno la nostra generazione farà, non con le armi, una guerra alla guerra, rendendo il mondo felice. Sapendo che la pace va oltre le armi, potremo vivere serenamente la vita che è un dono.
Carla Filippi

Caro Andriy,
è angosciante vedere un’assurda guerra sconvolgere le vostre vite costringendovi a lasciare tutto. Fuggite per mettervi in salvo, tormentati dai bombardamenti, con la costante paura di morire. Anche tu hai lasciato gli amici, gli insegnanti, gli affetti e soprattutto papà, che non sai se riabbraccerai. Ma noi siamo qui ad accogliervi. Spero con questa lettera di averti consolato. Pregherò per te, perché l’unica cosa che dona conforto è la certezza che Dio non ci abbandona.
Miriam Adragna

Caro Pavel,
non ho mai vissuto la guerra, ma perdere qualcosa o qualcuno a noi caro è doloroso. Noi bambini italiani vi aspettiamo nelle nostre case e scuole. La guerra è una vergogna perché dimostra che non osserviamo sempre la legge dell’amore. Non riuscirò a cancellare con una spugna tutto ciò che hai vissuto: svegliarsi per i bombardamenti, i lampi delle esplosioni, le distruzioni. Ma potrò alimentare bei ricordi e nuovo affetto, e farti vedere l’arcobaleno nel cielo sereno.
Ivan Stellino

Caro Yury,
nel tuo Paese si sta combattendo una guerra tra fratelli e l’unico modo per consolarti è scriverti. L’Italia vuole la pace e ripudia la guerra che è assenza di dialogo. La guerra ti impedisce di frequentare la scuola, dove si costruisce la pace imparando a scrivere, a leggere, a dialogare. Penso che un giorno senza sorriso sia un giorno sprecato, ma so che soltanto quel sorriso potrà distruggere il male e porre fine alla guerra.
Adriano Lucchese

Caro Arthur,
ti scrivo perché vedo ogni giorno immagini di guerra nel tuo Paese. Molti lasciano la propria casa per mettersi al sicuro, privati di una vita normale. Siete lontani dai vostri papà che combattono. Ma noi siamo pronti ad accogliervi a braccia aperte. Siete sempre nei miei pensieri e nelle mie preghiere e spero che i capi di Stato dialoghino per far finire la guerra che sta ferendo la vita di tutti. Voglio aiutarti anche così per strapparti un sorriso e regalarti un po’ di gioia.
Gloria Lombardo

Caro Andreij,
ti scrivo per consolarti per la tragedia che sta vivendo il tuo Paese. Tu, come il tuo popolo, stai attraversando un momento difficile, ma stai tranquillo, presto finirà. Nella vita non si vince con la violenza, ma dialogando. Piango sapendo che hai lasciato il tuo Paese, separandoti da papà, amici ed insegnanti. Mi farebbe molto piacere se tu venissi nella nostra scuola.
Samuele Scurto

Caro Denys,
la guerra è terribile. Dovete lasciare il vostro Paese e tutto ciò che avevate. Ma dove arriverai ti troverai bene. Lo so, non dimenticherai tutto ciò che hai passato. Ma ti assicuro che tornerai a sorridere perché il passato aiuta a costruire il futuro, e tu sarai più forte di prima. Chissà, potrai venire nella nostra classe! Certo è un po’ piccola, ma riusciremo ad accoglierti.
Lucia Settipani

Cara Olga,
so che stai soffrendo. La colpa è di Putin che non pensa alle sofferenze del tuo popolo e dei suoi stessi soldati. Hai perso quella quotidianità che spesso consideriamo monotona e noiosa, ma che rende unica la nostra vita. Mentre si usano e fabbricano armi per la guerra, «si chiude la fabbrica del futuro» (la scuola), come ci ricorda sempre il prof. Ma noi giovani grazie all’istruzione costruiremo un futuro senza guerre.
Ginevra Giorlando

Cara Luba,
non sono brava a consolare. Mi dispiace che tu debba lasciare tutto. Spero che qui potrai riprendere una vita normale: avrai nuovi compagni e insegnanti, conoscerai una nuova lingua. Faremo del nostro meglio, chiedendo aiuto a Dio. Tanti pregano per voi. Non esiste problema che non si possa risolvere, senza violenza.
Maria Valentina

Caro Petro,
come stai? Io grazie a Dio non ho mai visto la guerra. Stai sicuramente soffrendo. Non vediamo l’ora che tutto passi e le sfide, gli ostacoli, le lacrime, diventino solo un ricordo. Ti abbraccio e ricorda che la vita non ci dà mai prove che non siamo in grado di affrontare e di superare.
Matteo Costa

Caro Oleg,
immagino ciò che stai provando e non capisco il motivo di questa guerra inutile che sta portando tanta sofferenza. Non possiamo fare altro che tendervi le braccia per accogliervi. Tutto il mondo piange per quello che vi sta accadendo. Io ti offro il conforto di questa semplice lettera.
Carol Oliveri

Cara Svetlana,
so che è difficile in questo momento sopravvivere con i bombardamenti. Spero che la guerra finisca e che tutti, bambini, ragazzi, adulti, possano tornare alla normalità. Prego che tutti voi abbiate di nuovo una casa per vivere tranquillamente, una famiglia unita e felice dove le mamme, i figli e i papà vivano sempre insieme, e non siano costretti a separarsi per fuggire in altri Paesi o per andare a combattere. Spero che finisca presto questo incubo e che tutti i Paesi vi accolgano e vi aiutino, così torneremo a vivere in un mondo in pace.
Chiara Lombardo

Caro bambino,
come stai? Forse non è una domanda giusta in questo periodo. Hai abbandonato la tua terra. Nei parchi al posto dei bambini che giocano, scoppiano bombe. Hai lasciato papà e al solo pensiero piango. Dovresti andare a scuola, fare amicizie, imparare tante cose per il tuo futuro. Invece… Un giorno la nostra generazione farà, non con le armi, una guerra alla guerra, rendendo il mondo felice. Sapendo che la pace va oltre le armi, potremo vivere serenamente la vita che è un dono.
Carla Filippi

Cara Irina,
non riesco a immaginare che cosa tu stia passando in questo momento, ma capisco che è terribile lasciare compagni, insegnanti, parenti. Vedere la propria famiglia andare in frantumi, e la tua città distrutta. Spero che le mie parole bastino ad accendere un lume di speranza nel tuo cuore. Penso sempre a tutti i morti, e a voi che siete in guerra per un’orribile persona che invece di risolvere i problemi parlando, usa le maniere forti ignorando chi dà la propria vita per la tua famiglia e la tua città. Tutto finirà presto perché Dio non permette le morti di tanti suoi figli innocenti. Un giorno ritornerete a sorridere e a gioire.
Ginevra Lo Greco

Caro Kirill,
come stai? Secondo me ciò che sta facendo Putin è sbagliato. Lui non vede e non prova ciò che soffrono i bambini che devono lasciare i papà, i compagni, la casa. Speriamo che questo brutto momento finisca presto. Se Putin avesse un po’ di cuore e gentilezza fermerebbe la guerra di fronte al pianto di un bambino che, soltanto con un orsacchiotto tra le braccia, è costretto ad abbandonare tutto. Purtroppo non è così. Sarei felice se venissi a frequentare la nostra scuola e la mia classe. Ti aspettiamo.
Sara Fakkar

Cara Mariya,
so che stai vivendo un momento brutto, mentre sei circondata dal terrore per la guerra in corso. Per consolarti sono qui a scriverti questa lettera. A me farebbe tanto piacere se riuscissi a trasferirti nel mio paese per frequentare la mia scuola. In Italia ti aiuterei a vivere in tranquillità. Potremo uscire insieme e giocare al parco. Vorrei riuscire anche a portare un po’ di pace nella tua vita, combattendo l’odio e la violenza. Desidero fare qualcosa per te e per il popolo ucraino. Conta su di me.
Elisa Calamia

Cari Sasha e Masha,
mi dispiace tanto per ciò che sta succedendo nel vostro Paese e per quello che state soffrendo. Per me è davvero triste vedervi lasciare tutto: papà, i compagni, gli amici. E tutto per colpa di Putin! Quando in classe ne parliamo sono triste perché è una situazione a dir poco assurda. Mentre scappate dall’Ucraina per riprendere a studiare, vi invitiamo nella nostra scuola per essere della nostra classe: la più bella, divertente e accogliente di tutto l’Istituto! A presto.
Samuele Cruciata

Caro Viktor,
vedo ogni giorno ciò che sta succedendo nel vostro Paese. Non preoccuparti della guerra, prima o poi finirà. So che siete impauriti perché molti sono morti e le case sono state distrutte. Ma non parliamo di questo. Mi basta sapere se stai bene, se hai un posto per dormire in un riparo sicuro. È molto difficile lasciare la famiglia, ma sono sicuro che presto riabbraccerai i tuoi cari e sarete felici. Se non hai una casa, sono disposto a ospitarti.
Gaspare Gambino

Caro Sasha,
vedo ogni giorno in tv immagini terribili. Il vostro dolore è troppo forte, e mi dispiace molto. Preghiamo tutti per voi, perché soffrite senza papà. So quanto ti manchi e piangi pensando che se non finirà questa stupida guerra, non ritornerà vivo a casa. Sono sicura che non accadrà. È un momento difficile, ma passerà tutto, anche grazie all’aiuto di tutto il mondo. Siamo pronti ad accogliervi. Non abbattetevi mai.
Sophia Gebbia

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