venerdì 23 ottobre 2020
Come riformare le norme per adattarle al nuovo contesto socio-economico
È necessario intervenire per cambiare la legge del 1996 sulle questioni del «tasso soglia», del Fondo per il ristoro dei danni subiti e delle misure di prevenzione

È necessario intervenire per cambiare la legge del 1996 sulle questioni del «tasso soglia», del Fondo per il ristoro dei danni subiti e delle misure di prevenzione

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Caro direttore, l’usura è una delle «schiavitù del terzo millennio», con questo grido di dolore papa Francesco ha sintetizzato ciò che sta succedendo nel mondo globalizzato e in casa nostra. E l’appello del Papa dovrebbe essere ascoltato da tutti i potenti della Terra, in particolar modo in questo tempo di pandemia, e soprattutto dai politici, perché il vero problema del futuro è la continua crescita delle diseguaglianze con esponenziale e conseguente aumento della povertà e delle necessità, che spingono, per sopravvivere in un mondo senza lavoro, all’unico mercato sempre disponibile: l’usura. Limitiamoci all’Italia e partiamo dall’attuale quadro normativo. Il reato di usura in Italia, perseguibile di ufficio, è previsto dagli artt. 644 e seguenti del Codice penale e dalla Legge 108/96 che, con riferimento alla situazione del tempo, cercò attraverso l’idea del 'tasso soglia' di stabilire un principio facile da leggere dall’intera popolazione: partendo da un rilievo di tutti i costi bancari, fissare un numero che facesse da limite invalicabile: al di sotto del quale tutto sia lecito e consentito e, per contro, al di sopra tutto illecito e, quindi, perseguibile. Questo strumento oggi è lontano anni luce dalla realtà. In particolare vengono contestati tre articoli.

L’ art. 2 stabilisce il modo di determinare il 'tasso soglia'. Oggi Bankitalia ogni trimestre solare partendo dal rilievo dei tassi applicati dalle Banche per le varie operazioni, ne fa la media e la incrementa del 50%. Di fatto questo sistema ha creato una spirale al rialzo per cui - a fronte di tassi di acquisto del danaro inesistenti o addirittura negativi - porta ad applicare interessi, per alcune operazioni, superiori al 25% annuo. L’art. 14 istituisce il Fondo per il ristoro dei danni subiti per estorsione (soldi a fondo perduto) e usura (mutui senza interessi da restituire entro 10 anni), per le imprese, i commercianti e gli artigiani (queste erano all’epoca della Legge le categorie più colpite dal fenomeno) attraverso una procedura che passa dalla denunzia penale del reato a una pratica di rimborso lunga e costosa, tant’è che pochi, a distanza di anni, vengono ristorati e, spesso, quando hanno perso la voglia di ricominciare a combattere e, quindi, non reinvestono e non restituiscono il mutuo. La norma attuale non prevede alcun ristoro del danno per persone fisiche e/o famiglie. L’art. 15, infine, istituisce il Fondo di prevenzione dell’usura per piccole e medie imprese (attraverso i Confidi) e per le persone fisiche (attraverso le Associazioni e Fondazioni antiusura) che consente loro di garantire all’80% e fino al 100% il prestito che, comunque, verrà erogato dalle Banche.

Nella realtà, sono queste ultime a pronunziare l’ultima parola, concedendo il prestito solo a chi ha un reddito fisso dimostrabile e sufficiente a coprire la rata mensile; e negandolo per richieste inferiori a 5.000 euro (ritenute non remunerative). Queste difficoltà, negli ultimi tempi, sono state comprese - sia pure con sfumature diverse - dai vertici dello Stato, dagli o- peratori e volontari del settore, da magistrati e avvocati, da molti accademici di varie Università italiane. Il Commissario per il coordinamento delle iniziativa antiracket e antiusura e presidente del Comitato di solidarietà presso il Ministero dell’Interno, Annapaola Porzio, come si legge nella relazione annuale dell’attività del 2018, chiede che «il quadro normativo vigente possa essere adeguato alle nuove e complesse esigenze (…) che la realtà di tutti i giorni (…) pone con urgenza»; che è «necessario ampliare l’ambito di intervento per incidere sulle cause che inducono le persone (soggetti economici e non) a rivolgersi agli usurai» per le cause evidenti quali il «sovra indebitamento» e la «rovinosa tendenza, purtroppo in aumento, al gioco d’azzardo, sia legale che illegale». Infine, si è dichiarata favorevole all’ampliamento dell’ambito di applicazione della norma a persone fisiche e famiglie.


Le vittime di estorsione sono aumentate in seguito all’emergenza sanitaria. Si è salvato solo chi è stato raggiunto dagli interventi umanitari della Caritas e di altre realtà di volontariato

La dirigente competente del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Lavinia Monti, nel rapporto sulla gestione del Fondo per la prevenzione del fenomeno dell’usura, pur evidenziando il grande lavoro fatto dalle Associazioni e Fondazioni «capaci di gestire efficacemente le risorse del Fondo» creando un leveraggio del 300%, ha a sua volta sottolineato che si potrebbe fare molto di più per aiutare le famiglie povere, incrementando il Fondo ed eliminando le attuali difficoltà di accesso al credito da parte del sistema bancario. Maurizio Fiasco, sociologo, e grande esperto del contrasto all’usura, ha più volte sottolineato che «gli strumenti predisposti dalla Legge 108/96 sono ormai inadeguati alle esigenze attuali» come dimostra il fallimento dell’art. 14, contraddistinto da «poche centinaia di provvidenze, concesse senza adeguata istruttoria tecnica (ma con la semplice verifica amministrativa)» producendo un tasso di insolvenza di circa il 100% e il paradosso «che le famiglie soggiogate dallo strozzino non possano chiedere né il sostegno finanziario del fondo di prevenzione e nemmeno quello di solidarietà». Questo approccio, infine, ha trovato concordi tutte le Associazioni e le Fondazioni antiusura con accesso al Fondo di prevenzione.

La soluzione non può essere ulteriormente rinviata perché il problema è stato ingigantito in maniera esponenziale dalla pandemia. Si è salvato solo chi è stato raggiunto dagli interventi umanitari della Caritas e di altre realtà di volontariato. Ecco, perciò, alcune proposte di correzione della Legge 108, che ci auguriamo vengano sostenute da tutte le forze politiche. Modifica dell’art. 2 con la determinazione del 'tasso soglia' attraverso un meccanismo legato all’Euribor, maggiorato di alcuni punti percentuali che copra tutte le spese e gli interessi delle banche, ritornando così, allo spirito originale della Legge e liberando i Tribunali da un enorme peso giudiziario nell’interpretazione e applicazione dell’attua- le sistema. Modifica dell’art. 14 con l’allargamento della platea dei beneficiari alle persone fisiche e alle famiglie, risolvendo un problema di costituzionalità, e stabilendo, nei casi di piccole usure, una procedura semplificata che preveda una denunzia indiretta attraverso le Associazioni e le Fondazioni. Queste resteranno titolari delle denunzie e delle azioni penali contro gli usurai ai quali verrà applicata oltre alla sanzione penale anche quella del sequestro di tutti i beni. Va istituito, quindi, un 'codice rosso', così come già previsto per i reati di femminicidio, con un percorso veloce con la creazione di nuclei specializzati, presso le autorità di Polizia e le Procure che, in pochi giorni, siano in grado di dare risposte concrete. Il tabù della denunzia a ogni costo per accedere al Fondo per le vittime deve cadere: la mancanza di fiducia delle persone per troppo tempo abbandonate a loro stesse va capovolta con segnali concreti della presenza dello Stato per difendere la legalità e attuare il costituzionale principio di solidarietà.


C’è da riconquistare il territorio e la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni con una lotta a viso aperto contro la malavita

Modifica dell’art. 15 con la istituzione in tutti i Comuni e nelle Municipalità delle grandi città, di un 'servizio di primo intervento', gestito da volontari delle Associazioni e Fondazioni antiusura. Un servizio che, in presenza di fatti straordinari, intervenga a sostegno di persone e famiglie in seria difficoltà (per rate di mutuo, mensilità di affitto, bollette elettriche e del gas...) entro un limite di 1.000 euro per intervento, con documentazione semplificata e impegno alla restituzione entro un anno dell’importo senza interessi. Il pagamento verrà eseguito direttamente dall’ufficio. Non si potrà accedere ulteriormente a questo servizio se non dopo aver pagato interamente un eventuale prestito precedente. C’è da riconquistare il territorio e la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni con una lotta a viso aperto contro gli usurai e contro la malavita organizzata che, come risulta da recenti inchieste giornalistiche anche di 'Avvenire', usano lo stato di bisogno delle persone per costringerle ad 'aderire' personalmente e/o attraverso i propri figli e familiari alle mafie, diventandone al tempo stesso schiavi e carnefici.

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