sabato 29 giugno 2013
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Gentile direttore,
vien fatto di riflettere su quanto tempo ed energie gli italiani hanno perduto a causa di una legge inutile e incostituzionale. Infatti la legge sul "legittimo impedimento", approvata nel 2010 per sottrarre l’allora presidente del Consiglio e pochi altri alle regole giudiziarie generali sulla comparizione nelle udienze penali, fu azzoppata prima dalla Corte costituzionale e poi sotterrata del tutto dal referendum abrogativo del giugno 2011. Ma i suoi effetti postumi sono giunti fino a noi come una bomba a effetto ritardato. Nel processo relativo ai "fondi neri Mediaset" il Tribunale di Milano aveva dovuto concordare con i difensori del noto imputato le giornate di udienza, per evitare le continue pretese di rinvio e allungamento dei tempi. E così era stato fissato un calendario che il Tribunale aveva rispettato. Ma l’imputato no. Egli volle giocare di forza o d’astuzia, per cui fissò un Consiglio dei ministri proprio in un giorno di udienza concordata. Voleva forse "spezzare le reni" al Tribunale? Voleva affermare la supremazia di un potere sull’altro? A noi mortali non è dato sapere. Certo è che, contro il rifiuto del Tribunale di accettare questo impedimento, i difensori del noto imputato avevano imbastito un "conflitto di attribuzione" tra poteri dello Stato, ricorrendo alla Corte costituzionale. La clamorosa e complessa procedura è stata definitivamente smontata dalla recente pronuncia della Corte costituzionale. Il noto imputato non aveva un legittimo impedimento. Nessuno si è dato la pena di chiedere scusa agli italiani per la perdita di tanto tempo ed energie per nulla. La Costituzione ha retto. La Magistratura pure. La Corte costituzionale anche. Le istituzioni hanno funzionato, nonostante il tentativo di gettare sabbia negli ingranaggi. Purtroppo quando un partito politico e un Parlamento si concentrano, anziché sui problemi generali dei cittadini, sui problemi personali del loro leader o del loro presidente, sono possibili operazioni lunghe, inutili, costose. Se vogliamo parlare di presidenzialismo teniamo presente anche questi rischi.
Mauro Bortolani, Reggio Emilia
 
Non ricordo una, una sola, delle cosiddette "leggi ad personam" che alla fine abbia sortito l’effetto previsto o temuto. E la sabbia negli ingranaggi delle nostre istituzioni, gentile signor Bortolani, s’è purtroppo accumulata, per diverse cause e per convergenti responsabilità. In questa fase della vita nazionale e della vicenda politica abbiamo un’occasione impareggiabile per avviare le grandi pulizie, con una saggia revisione e messa a punto della macchina consegnataci dai padri costituenti. Continuo a pensare che sprecarla sarebbe un grave sbaglio, forse il più grave della lunga serie avviata all’alba degli anni Novanta del secolo scorso e proseguita fino a oggi tra malizie, omissioni e ciechi calcoli di fazione. Tutti noi ne abbiamo pagato in molti modi le conseguenze e non uno solo – lei, senza nominarlo mai, evoca esclusivamente Silvio Berlusconi – né un solo partito ne renderanno conto quando queste pagine di cronaca si faranno storia. Anche per questo mi auguro che il tempo degli errori sia finito per sempre.
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