Lotta all'evasione: una protesta «no-card» che non convince
sabato 28 settembre 2019

Gentile direttore,
si fa tanto parlare di lotta all’evasione e si invitano gli italiani a usare sempre per i pagamenti la carta di credito o il bancomat. Ma pagare tutto con la carta di credito è pericoloso, la gente paga e non si accorge che il proprio conto in banca si assottiglia sempre di più, e finisce spesso per trovarsi in grosse difficoltà finanziarie... A pagare in contanti ci si regola meglio, e si è più consapevoli della spesa. Con le carte di credito è difficile risparmiare, si perde il conto delle spese e ci si ritrova con il conto a zero.
Antonio De Iorgi

Il rischio di perdere il conto delle proprie disponibilità c’è sempre e comunque, gentile signor De Iorgi. Anche con i contanti. Basta essere un po’ ordinati e annotare le spese per evitarlo. E, poi, controllare (oggi lo si fa da casa, via internet) un conto corrente è come dare un’occhiata al portafoglio o... sotto al (famoso) mattone! Ma, soprattutto, tutte le carte di pagamento delle persone normali hanno un limite di spesa. Si può, dunque, correre davvero il rischio di ritrovarsi inavvertitamente «con il conto a zero» e si può essere contrari per molti motivi alla “moneta elettronica”, ma càpita anche a chi non sopporta o non maneggia volentieri quei rettangolini colorati. La protesta no-card che lei propone francamente non mi sembra convincente. Gli spendaccioni e gli scialacquatori esistevano anche all’ombra delle piramidi o nell’Ottocento. Meglio, perciò, stare con giudizio alla luce del sole. Personalmente, uso da anni quasi esclusivamente carte di credito o di debito o bonifici bancari per acquisti e pagamenti, e mi trovo benissimo.

DICO LA MIA SPERANZA IN UN’ITALIA VIVA DAVVERO

Caro direttore,
da poche settimane è nato un nuovo partito: Italia Viva. Mi auguro che quanti aderiscono si impegnino per mantenere sempre più una “Italia viva”. Un’Italia con più nascite e con una vita più vivibile e dignitosa per tutti. Un’Italia dove si accompagni con cura e amore le persone ammalate, senza chi sentenzi chi debba vivere e chi debba morire.
Francesco Ferrari, Merate (Lc)

LA PROPAGANDA DELLA LEGA E L’AZIONE DELLA CHIESA

Gentile direttore,
padre Alex Zanotelli si è domandato perché la Chiesa veneta non analizzi le ragioni per cui molti cattolici votano Lega e afferma: «Non si può essere cattolici e votare Lega». Perché mai il Veneto che è e resta una delle Regioni in cui l’elemento cattolico si esprime sia in un attivo associazionismo sia in un’alta frequenza alla vita parrocchiale, si riveli leghista anche in versione xenofoba salviniana. Ma ora sembra che finalmente qualcosa si muova, perché i vescovi del Triveneto tengono un incontro col presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, a Zelarino (Venezia) per affrontare argomenti di carattere ecclesiale sulla situazione della vita dei fedeli. Ed è un fatto che ormai serpeggia un sentimento di aperto rifiuto delle posizioni nazional-sovraniste che non hanno niente a che fare con l’universalismo cattolico e l’amore per i fratelli del mondo, in quanto tutti figli dell’unico Padre dei Cieli. In ogni caso, il tema Lega la Chiesa dovrà porselo, per capire radici ed eventuali mancanze di un’azione ecclesiale talvolta sganciata dalla realtà. Se Salvini ha aumentato il suo consenso con la sua propaganda sull’immigrazione, il mondo cattolico con la sua universalità nel Dna ha educato veramente all’apertura all’altro, alle altre culture, alla diversità come parte integrante delle propria proposta? Ha avuto il coraggio di sottolineare con forza che, in riferimento alla Terra, per il cristiano non esiste “casa nostra”, ma solo “casa comune”, come spesso ha sottolineato papa Francesco anche nell’enciclica ecologico-spirituale <+CORSIVO_AV50>Laudato si’<+TONDO_AV50>. La Chiesa ha svolto un’azione educativa precisa per spiegare ai fedeli che cos’è l’Africa oggi? Come funzionano le multinazionali, chi alimenta il commercio delle armi nelle “guerre dimenticate”, causa spesso dell’immigrazione che poi si teme e si respinge? Forse una scarsa azione pastorale a questo proposito non è riuscita a incidere sul successo della propaganda pseudo-religiosa e anti-cattolica salviniana. Per rimediare non è mai tardi.
Giancarlo Maffezzoli, Garda (Vr)

Lei, gentile amico, richiama in chiave veneta questioni e temi dell’universalismo cristiano e cattolico che costituiscono il cuore del costante lavoro di informazione di “Avvenire”, giornale scritto per tutti ma dall’ispirazione dichiarata. Forse qualcosa vuol dire... Informarsi e formarsi a dovere, anche con la lettura di un quotidiano come il nostro, aiuta a esercitare uno sguardo giusto sulla realtà e a essere giustamente esigenti con i signori dei partiti. Tutti, nessuno escluso. Ma con chi esibisce simboli religiosi di più.

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