Il clima sconvolto ci riguarda e i rischi in casa nostra spingono ad agire
martedì 20 luglio 2021

Gentile direttore, tutto ciò che forma il litorale italiano dell’alto Adriatico, e per circa 50 km nell’interno, quantomeno a sud di Treviso, ma anche in molta parte della pianura friulana, è sotto il livello del mare. Un complesso sistema di canali collettori, pompe idrovore, fossi ci salva dal finire a mollo in una quantità di occasioni. Questa condizione dipende dal lavoro dell’uomo, che per molti secoli ha cercato di mettere in uso terre coltivabili e abitabili. Ma ora questa realtà è minacciata dal riscaldamento globale, provocato dalla combustione di biomasse (legno, petrolio, carbone, metano e gas naturali) per produzione (di cose e di energia), trasporti, riscaldamento... L’ossido di carbonio prodotto dalle combustioni crea l’effetto serra, impedendo al calore solare di uscire dall’atmosfera (come, appunto, il vetro di una serra), e aumentando a dismisura la temperatura, e di conseguenza sciogliendo i ghiacci polari e innalzando il livello delle acque dei mari. La recentissima Conferenza di Venezia ha fissato per il 2035 una prima forte riduzione di tali combustioni, e per il 2050 la fine definitiva di esse. Il problema tocca le pianure costiere di tutto il mondo, gli atolli del Pacifico, le foci dei fiumi di Asia e America. Si prevedono milioni di profughi ambientali, con le conseguenti tensioni. Eppure c’è il rischio che si tenti solo un greenwashing, cioè uno strumentale 'lavaggio verde' delle industrie (ad esempio sul mercato delle auto). Viene naturale pensare che solo l’iniziativa della gente, di tutti noi, può cambiare questa realtà.

Lorenzo Picunio


Lei, gentile amico, richiama realtà, problemi e allarmi che sono stati, sono e resteranno parte cruciale del nostro lavoro informativo in questo tempo complicato ed esigente. È sempre utile farlo, anche per ricordare a tutti – come lei fa nell’incipit della lettera e come fa il Papa parlandoci dei nostri doveri verso la bellissima «casa comune» che Dio ci ha affidato – che a causa dei cambiamenti climatici non sono a rischio soltanto case e cose lontane, ma anche case e cose nostre. E c’è di più, di chiunque siano case e cose, a rischio è persino la nostra anima, se è vero – come è vero – che alla sera della vita saremo giudicati sull’amore. Giusto, perciò, concludere che solo l’iniziativa responsabile e pressante della gente, cioè di tutti noi, può impedire giochi e calcoli miopi disastrosi sulla pelle della Terra e dell’intera umanità. (mt)

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