giovedì 10 ottobre 2013
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A volte è sufficiente affacciarsi alla finestra per avere un quadro del Paese, delle sue ansie, delle sue speranze, fermandosi a osservare piccoli particolari. Come il distributore di benzina che sta in piazza Carbonari, proprio sotto la sede del nostro giornale a Milano.

È un impianto Q8 e in queste settimane è stato letteralmente preso d’assalto dagli automobilisti, "armati" di un buono sconto offerto da Esselunga. Il meccanismo della promozione, infatti, prevedeva che ad ogni 20 euro di acquisti al supermercato venisse consegnato un bollino e 5 bollini incollati sull’apposita cartolina davano diritto a un buono sconto da 10 euro, spendibile per un rifornimento di carburante di almeno 40 euro. Risultato: da "Esselunga prezzi corti" a "Filalunga al benzinaio". Il serpentone delle auto nella "nostra" piazza si è allungato di giorno in giorno: prima dieci, poi quindici, venti, anche trenta automobili una dietro l’altra a bordo strada, dalla mattina fino alla sera. Piazza Carbonari – che pure è un anello molto ampio, con il ponte di viale Lunigiana in mezzo e uno spiazzo verde a dare respiro – è stata invasa, riempita, tappata. I primi giorni sono passati un paio di "ghisa" a tentare di regolare la circolazione, fattasi difficile come in un’arteriosclerosi. Poi evidentemente hanno rinunciato, lasciando gli automobilisti ad autorganizzarsi. File non solo di utilitarie, ma anche di Suv e macchine sportive, sono arrivate a riempire metà piazza, un record. Per qualche ora abbiamo letterariamente immaginato che, come in un racconto di Calvino, si arrivasse a chiudere il cerchio, con l’auto appena rifornita impossibilitata a muoversi perché ormai ultima della fila delle vetture in attesa...Abbiamo assistito così per settimane a un fenomeno sociale che la dice lunga sulla crisi in cui ci troviamo, su come questa infinita recessione ci abbia già cambiato. Se operai e impiegati, mamme e manager della "Milano che corre sempre", infatti, sono disposti a restare in attesa 20-25 minuti per fare il pieno – dovendo aspettare pure che venga verificato il codice della promozione prima di pagare esclusivamente in contanti – significa che oggi il valore di un buono sconto di 10 euro, nella percezione generale, è diventato quello di una banconota da 50. Da trattare con rispetto, da non snobbare con sufficienza. Che poi non sono neppure 10 euro di vero risparmio, in realtà. Il distributore Q8 sotto il nostro giornale, infatti, è di quelli con servizio. E su 20-25 litri di carburante, il risparmio reale del buono da 10 si riduce forse a 6 euro netti, rispetto a un rifornimento in altri impianti self-service in periferia. Eppure da fine settembre è stato Filalunga continua. Con lo spettacolo di chi, incurante di altre 15 auto in coda, provava a infilarsi in pole position, entrando dalla traversa laterale. E all’esplodere dei clacson faceva prima la faccia stupita, poi – "caldamente invitato" da qualcuno sceso dall’auto – si risolveva a fare il giro della piazza e rimettersi in coda. Più volte si è persino sfiorata la rissa, ma in genere le persone hanno atteso pazienti il proprio turno. Infine le vedevi andar via soddisfatte, come dicendo a se stesse: «Sì, ce l’ho fatta!».Sotto le nostre finestre, in fila al distributore, c’è l’Italia che la crisi ha costretto a ritrovare il senso del denaro, che non "spreca" più. Certamente è meno ricca d’un tempo, ma forse è più consapevole. Sembra persino disposta a sacrificare qualcosa, tempo ed energie, pur di farcela. E quando qualcuno ha concesso uno sconto, proprio mentre tutto aumentava, quest’Italia s’è aggrappata a quel poco, come a una speranza. Ora il pieno è fatto, è tempo di riaccendere i motori e ripartire.

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