sabato 12 febbraio 2022
A due anni dall’Esortazione apostolica «Querida Amazonia», una riflessione sul cammino sinodale in corso
Il Papa con un indigeno dell’Amazzonia

Il Papa con un indigeno dell’Amazzonia - .

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Mentre celebriamo il 2° anniversario della pubblicazione dell’Esortazione apostolica “Querida Amazonia”, scritta da Papa Francesco e presentata al pubblico il 12 febbraio 2020, molti di noi potrebbero chiedersi quale impatto abbiano avuto le parole e i sogni condivisi dal Papa in merito al Sinodo speciale sull’Amazzonia, in relazione alla situazione ecclesiale e socioambientale in quella terra, nonché in tutta la Chiesa universale.

Per quanto riguarda le gravi denunce e gli avvertimenti che il Sinodo sull’Amazzonia ha rivolto al mondo sui continui attacchi e violenze subite dalle popolazioni indigene e dalle foreste e fiumi di questa vitale regione del pianeta, purtroppo possiamo vedere che questa situazione è andata peggiorando, non solo per l’incapacità dei governi nazionali dei nove paesi che compongono la Pan-amazzonica di promuovere politiche rispettose dell’ambiente e delle loro popolazioni autoctone, ma anche per lo stimolo di alcuni governanti alla pratica di ogni sorta di crimini contro la creazione divina e contro gli esseri umani in nome di potenti interessi economici internazionali. Alla luce di tutto ciò, restano più attuali che mai le parole di papa Francesco, quando due anni fa scriveva: «Alle operazioni economiche, nazionali e internazionali, che danneggiano l’Amazzonia e non rispettano il diritto dei popoli originari al territorio e alla sua demarcazione, all’autodeterminazione e al previo consenso, occorre dare il nome che a loro spetta: ingiustizia e crimine. Quando alcune aziende assetate di facili guadagni si appropriano dei terreni e arrivano a privatizzare perfino l’acqua potabile, o quando le autorità danno il via libera alle industrie del legname, a progetti minerari o petroliferi e ad altre attività che devastano le foreste e inquinano l’ambiente, si trasformano indebitamente i rapporti economici e diventano uno strumento che uccide».

D’altra parte, in ambito ecclesiale, sulla base della mia esperienza di aver partecipato al Sinodo Pan-amazzonico e di collaborare attualmente alla realizzazione di questo nuovo Sinodo sulla sinodalità, avviato ufficialmente da Papa Francesco il 9 ottobre 2021 e la cui conclusione è prevista nell’assemblea sinodale dell’ottobre 2023, ho la chiara convinzione che stiamo assistendo all’azione dello stesso Spirito Santo, che continua a soffiare vento di rinnovamento nei nostri cuori e nelle nostre strutture, che rende questo momento del pontificato di Francesco, tempo di vero kairós e di conversione per tutta la Chiesa e per tutti noi, nonostante tutte le resistenze che ciò provoca in alcuni gruppi di cattolici (tra cui laici, chierici, vescovi e persino cardina-li), sempre contrari a qualsiasi tipo di cambiamento dello status quo, poiché ritengono che qualsiasi tentativo di “aggiornare” la fede cristiana non sarebbe altro che una forma di “mondanizzazione” della stessa.


I momenti di incontro e ascolto possono essere considerati i precursori della fase attuale che la Chiesa sta vivendo, con la convocazione di un nuovo Sinodo sulla sinodalità

Ciò che queste voci critiche (e, a volte, irrispettose) al pensiero di papa Francesco non potranno mai, però, fermare, è il movimento inequivocabile che lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa, essendo Lui l’autore di recenti e storici avvenimenti accaduti nell’ambito ecclesiale. Infatti, è l’azione rinnovatrice dello Spirito che è sempre stata presente nella storia della salvezza, come ha ricordato il Papa nella “Querida Amazonia”, citando le parole di san Giovanni Paolo II, per il quale «lo Spirito Santo abbellisce la Chiesa, mostrando i suoi nuovi aspetti della Rivelazione e presentandola con un volto nuovo». Per questo, Francesco insisterà nel ribadire che «è necessario accogliere con coraggio la novità dello Spirito capace di creare sempre qualcosa di nuovo con il tesoro inesauribile di Gesù Cristo». Ciò che l’attuale Papa ci insegna è ciò che la Chiesa ha sempre affermato circa l’azione dello Spirito di Cristo sulla sua Chiesa, portandola ad aggiornare costantemente in sé il mistero della comunione con la comunità cristiana originaria e con la tradizione, attraverso la trasmissione dei beni della salvezza, come insegna il grande teologo e papa emerito Benedetto XVI: «Questo aggiornamento permanente della presenza attiva di Gesù Signore nel suo popolo, operato dallo Spirito Santo ed espresso nella Chiesa attraverso il ministero apostolico e la comunione fraterna, è ciò che in senso teologico si intende con la parola Tradizione: non è la semplice materiale trasmissione di quanto inizialmente donato agli Apostoli, ma presenza efficace del Signore Gesù, crocifisso e risorto, che accompagna e guida nello Spirito la comunità che ha raccolto».

Non c’è dunque alcun dubbio sulla presenza dello Spirito attualizzante, illuminante e guida in tutto questo movimento che vediamo realizzarsi nella 'Chiesa in uscita' di Papa Francesco, che invita tutti noi a camminare insieme in un grande movimento di incontro, ascolto e discernimento sinodale, il cui Vertice è nell’assemblea sinodale del 2023. I recenti sinodi della famiglia, dei giovani e, soprattutto, dell’Amazzonia, hanno preparato la Chiesa ad aprirsi a questo nuovo tempo, spinta dal «fuoco dello Spirito che ci spinge alla missione». Sin dal Sinodo su “Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, svoltosi nell’ottobre 2014, Francesco ha voluto offrire più momenti di ascolto, soprattutto della voce dei laici, promuovendo due incontri pre-sinodali, prima dell’assemblea finale. Allo stesso modo, al Sinodo su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, dell’ottobre 2018, si è ampliata la modalità di ascolto, ottenendo un maggiore spazio per la partecipazione dei giovani alla fase preparatoria, anche in modalità virtuale. Francesco ha capito che, per ascoltare ciò che dice lo Spirito Santo, era necessario promuovere un ampio e creativo processo di ascolto e di discernimento spirituale, prima dell’assemblea sinodale conclusiva, svolta in Vaticano. Tuttavia, il più grande esempio di questo movimento dello Spirito nella Chiesa verso la sinodalità è venuto con lo svolgimento del Sinodo Speciale sull’Amazzonia, “Amazzonia: nuove vie per la Chiesa e per un’ecologia integrale”, segnato da un’ampia presenza del Popolo di Dio in tutto il processo di ascolto, concreto e inclusivo, di tutti i volti panamazzonici, come le popolazioni indigene, leader femminili di comunità, ospiti di organizzazioni scientifiche internazionali, fratelli e sorelle di altre confessioni cristiane, ecc.


Francesco ha voluto sin dall’inizio che si creassero più occasioni di ascolto, soprattutto della voce dei laici. Ma il più grande coinvolgimento si è avuto in Sudamerica

Questi sinodi possono, pertanto, essere considerati come i precursori del momento attuale che la Chiesa sta vivendo, con la convocazione di un nuovo Sinodo sulla sinodalità, da svolgersi in tre fasi distinte (diocesana, continentale e universale), nel prossimo biennio. Infatti, nella sua esortazione “Querida Amazonia”, il Papa fa riferimento alle esperienze positive vissute dalle comunità ecclesiali pan-amazzoniche, considerandole «vere esperienze di sinodalità nel cammino evangelizzatore della Chiesa in Amazzonia». Tuttavia, Francesco è consapevole che i soffi di rinnovamento dello Spirito Santo sulla Chiesa implicano anche un grande processo di conversione, personale e istituzionale. Da qui il suo costante appello a lasciarci convertire, aprendoci all’azione dello Spirito divino. Assumendo tutto ciò che i Padri sinodali del Sinodo sull’Amazzonia hanno detto sulla necessità di nuovi cammini di conversione integrale, nelle sue dimensioni pastorali, culturali, ecologiche e sinodali, il Papa in “Querida Amazonia” afferma che solo la «conversione interiore è ciò che ci permetterà di gridare per l’Amazzonia e di gridare con essa davanti al Signore ». Nella celebrazione del secondo anno di pubblicazione, questa esortazione continua ad essere un grido a favore dell’Amazzonia e della Chiesa in Amazzonia, che deve convertire anche noi.

E quanto al cammino sinodale che il Papa ci invita a percorrere, anche questo avverrà solo se ci lasceremo permeare dallo “spirito sinodale” e se percorreremo la “conversione sinodale”, aprendo il nostro cuore al rinnovamento, favorendo l’incontro e ascoltando gli altri, con maggiore partecipazione e comunione, discernendo insieme nuove vie di evangelizzazione e delle nostre strutture ecclesiali. La Chiesa guidata da Papa Francesco è mossa dalla potenza dello stesso Spirito che ha accompagnato Gesù lungo tutta la sua missione e che rimane presente in mezzo alla comunità cristiana, dai suoi inizi fino ai nostri giorni, come Il Maestro ci ha promesso.

Pontificia Università Gregoriana Ha partecipato come esperto al Sinodo Speciale sull’Amazzonia È membro della Commissione di Spiritualità del Sinodo sulla sinodalità

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