Ecosistema in rivolta tra siccità e piogge devastanti: ascoltare l'allarme
sabato 18 marzo 2023

Caro direttore,

con ritardo i piani alti della politica cominciano a interessarsi di un problema drammatico – grazie anche agli articoli di “Avvenire” – a cui il grande pubblico, inebriato dal sole di una bella stagione infinita, a lungo si è sentito estraneo: la siccità. Purtroppo, la desertificazione è in atto da tempo e un 2022 asciutto (pare che l'estate 2022 sia stata la peggiore degli ultimi...secoli) ha coinvolto gran parte del territorio italiano. Le immagini dei terreni riarsi e spaccati da fenditure profonde, di ruscelli ridotti a pietraie, di interi campi dove la vegetazione è solo uno spettro di arbusti rinsecchiti e senza vita, sono impressionanti. Alcuni dati ci dicono che un fiume come il Salinello, in Abruzzo, nei mesi estivi scompare, che nella Alta Valchiavenna, a due passi dalla Svizzera, una volta c'era un lago con 32 milioni di metri cubi d'acqua che oggi sono ridotti al 10%. Il deserto di Pozzillo, in Sicilia, è nato da un bacino di 150 milioni di mc di acqua oggi del tutto prosciugato! E ancora: la percentuale di riempimento del Lago Maggiore è passata dal 95 al 39%, il Lago di Como è sceso dal 76 al 17,6%, quello d'Iseo dal 97 al 15,7% (fonte dati Enti Regolatori dei Grandi Laghi, 6 marzo 2023). Il fiume Po, nei pressi di Alessandria, in due anni è sceso da una portata di 480 mc al secondo a soli 108. Nel Lazio il Tevere è più basso di 40 centimetri! Nel Cuneese l’acqua arriva con le autobotti. Un disastro che coinvolge migliaia di aziende agricole sull'orlo del fallimento e la stessa vita economica e sociale di vasti territori. I rimedi? Non è facile contenere la rivolta di un ecosistema di cui, in parte, siamo noi stessi i killer. Con un uso sconsiderato delle risorse idriche (il risparmio, idolo dei bei tempi del benessere, è stato paradossalmente soppiantato dallo spreco consumistico di questi anni di magra!), con la mancata costruzione di nuovi bacini di raccolta, con la nostra scarsa considerazione verso un fenomeno, la desertificazione, che non provoca i danni devastanti di un'alluvione ma lascia segni più deleteri e durevoli nel tempo. Aristotele scriveva che «la natura non fa nulla d'inutile». Anche quando, offesa, si arrabbia.

Edgardo Grillo


Lei, gentile e caro signor Grillo, fa una efficace sintesi del serissimo “problema acqua” di cui siccità e abnormi e devastanti precipitazioni sono due drammatiche manifestazioni. È una questione vitale che teniamo in primo piano da anni, sia nella sua dimensione globale sia nella sua crescente urgenza qui in Italia, e che da qualche settimana abbiamo messo al centro di una di quelle “inchieste lunghe” che stanno caratterizzando in questi anni il nostro lavoro d’Avvenire. Ha ragione a citare Aristotele: la natura non fa nulla d’inutile, e quando suona l’allarme bisogna saperle prestare ascolto. Con vero e saggio realismo, cioè con lungimiranza.

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