sabato 11 dicembre 2010
Per il Vaticano i file che riguardano rapporti inviati inviati dall'Ambasciata Usa presso la Santa Sede, sono da valutare «con riserva e con molta prudenza». Lo afferma una nota della Sala Stampa vaticana, che osserva che «tali rapporti riflettono solo le opinioni di coloro che li hanno redatti»
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Per il Vaticano i file di Wikileaks che riguardano «rapporti inviati al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America dall'Ambasciata degli Stati Uniti presso la Santa Sede», sono da valutare «con riserva e con molta prudenza». Lo afferma una nota della Sala Stampa vaticana, che «senza entrare nella valutazione dell'estrema gravità della pubblicazione di una grande quantità di documenti riservati e confidenziali e delle sue possibili conseguenze», osserva che «tali rapporti riflettono le percezioni e le opinioni di coloro che li hanno redatti, e non possono essere considerati espressione della stessa Santa Sede nè citazioni precise delle parole dei suoi Officiali».Nei documenti diffusi, tra le altre cose, vengono espressi giudizi poco lusinghieri sul Segretario di Stato vaticano e in generale sull'attività diplomatica della Santa Sede, sui problemi di "comunicazione" del Vaticano verso il mondo esterno, sulla crisi causata dagli scandali degli abusi sui minori e perfino su prese di posizioni del Papa. Come in generale emerso da tutta la documentazione pubblicata da Wikileaks, per quanto riguarda gli elementi di fatto (e non le opinioni dei diplomatici) anche in questo caso si tratta con tutta evidenza di vicende già note (ad esempio, la polemica nata già all'indomani dell'elezione di Ratzinger a Pontefice sulle posizioni da lui espresse nel 2004 in merito dell'ingresso della Turchia nella Ue) perché oggetto di articoli e commenti di stampa, specie di quella americana e britannica.
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