sabato 18 febbraio 2023
Preoccupazione per la repressione: grave ferita per lo Stato di diritto. la preghiera per il vescovo Rolando Álvarez, condannato a 26 anni di carcere in base a un procedimento arbitrario
Il vescovo Rolando Álvarez

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«Preghiamo, in particolare, per il Vescovo Rolando Álvarez, condannato a 26 anni di carcere in base a un procedimento del tutto arbitrario e ingiusto, e per quanti sono sottoposti a qualsiasi forma di restrizione della libertà o sono stati deportati negli Stati Uniti». Con queste parole accorate, la presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) ha espresso «preoccupazione per la situazione di prova e persecuzione che sta vivendo la Chiesa del Nicaragua».

«Una grave ferita per lo Stato di diritto», affermano i vescovi italiani che si uniscono alla vicinanza mostrata da papa Francesco al termine dell’Angelus di domenica, in comunione con gli episcopati europei. Sentimento esteso «a tutto il popolo» privato da tempo privato delle proprie prerogative fondamentali. «Auspichiamo che le Istituzioni internazionali e le autorità di tutto il mondo, comprese quelle del nostro Paese, mantengano alta l’attenzione sul Nicaragua e non cessino di far presente in tutte le sedi istituzionali la situazione di compressione delle principali libertà e di persecuzione religiosa, per cercare con tenacia strade di pace e autentico dialogo», conclude il testo.

La repressione in Nicaragua si fa ogni giorno più opprimente. Dopo la chiusura di media e organizzazioni indipendenti, il bando alle manifestazioni e l’incarcerazione di dissidenti, reali o presunti, il presidente Daniel Ortega ha inaugurato ora una nuova forma di repressione: la privazione della nazionalità. Una strategia utilizzata la settimana scorsa per “punire” i 222 detenuti politici rilasciati e immediatamente espulsi negli Usa. E ripetuta due giorni fa, con la cancellazione della cittadinanza a 94 esponenti della società civile al momento esuli. Fra i neo-apolidi ci sono due vescovi: Álvarez e Silvio Báez. Il cerchia sulla Chiesa si è stretto un anno fa poiché quest’ultima era rimasta l’ultimo spazio indipendente dal regime. Oltre al vescovo Álvarez, nove sacerdoti sono stati condannati. Sei di questi sono stati esiliati negli Usa.

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