lunedì 21 dicembre 2009
Il Senato degli Stati Uniti ha aperto la porta all'approvazione della riforma, che ha passato con tutti i 60 voti dei senatori democratici il primo di tre voti procedurali che metteranno fine al dibattito per passare poi all'approvazione finale.
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La riforma sanitaria voluta dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama fa un nuovo importante passo avanti. Nella notte il Senato ha votato per la prima volta a favore del provvedimento: con 60 sì e 40 no è stata approvata una mozione procedurale che apre la strada al via libera dell'assembela prima di Natale. I democratici si sono espressi tutti a favore del primo dei tre testi sottoposti all'assemblea che di fatto prevedono la conclusione del dibattito. La votazione ha avuto luogo all'1.20 (le 7.20 italiane), al termine di una seduta-fiume notturna. Gli due altri voti procedurali previsti sono in agenda domani e mercoledì, mentre il voto finale è previsto per la vigilia di Natale, cioè giovedì. Poi il testo, se approvato, dovrà essere armonizzato con quello adottato dalla Camera dei Rappresentanti in novembre. La Casa Bianca spera che i complessi negoziati tra i due rami del Congresso si concludano entro la fine di gennaio o al massimo l'inizio di febbraio. Quello di oggi è stato il primo test cruciale al Senato per la riforma voluta da Obama, perché ha dimostrato che il testo, frutto di compromessi e limature, gode ora dell'appoggio di 60 senatori (i 58 democratici e due indipendenti), che lo mettono al riparo dall'ostruzionismo dei 40 repubblicani, che hanno votato compatti contro. Per ottenere il sostegno compatto dei 60 senatori democratici, la riforma ha perso componenti importanti, a partire dalla public option, l'ente pubblico di assicurazione, previsto dal testo varato alla Camera. Ma, affermano i leader democratici, mantiene l'impianto di fondo e difenderà tutti gli americani dalle pratiche spregiudicate attuate dalle assicurazioni private. Il testo del Senato promette di assicurare oltre 30 milioni di americani attualmente senza assistenza a un costo di 871 miliardi di dollari in dieci anni e con la prospettiva di 132 miliardi di dollari di riduzione del deficit.
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