mercoledì 25 marzo 2009
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Dieci miliardi di dollari all’anno. A tanto ammonta il flusso di denaro che la comunità internazionale stanzia per la lotta contro l’Aids: lo dice l’ul­timo budget- plan dell’UnAids, l’agenzia dell’Onu deputata a contrastare la diffu­sione del virus Hiv. Con una notevole im­pennata negli ultimi anni: nel 2001 erano 2 miliardi i dollari destinati dal settore pub­blico e privato a livello globale per l’epide­mia di Aids. Dal 2005 (quando ci si era at­testati sui 4 miliardi di dollari) si è registra­to un grande incremento che ha portato ai 10 miliardi del 2008. A fare la parte del leone è il Global Fund per l’Hiv/Aids, la tubercolosi e la malaria, un soggetto misto pubblico-privato con sede in Svizzera che fino al 2008 aveva legami strutturali con l’Organizzazione mondiale della sanità, mentre da gennaio è un’entità autonoma. Il Global Fund provvede al 25% dei fondi destinati alla lotta per l’Aids con 550 programmi in 136 Paesi. Finora ha ga­rantito i trattamenti antiretrovirali a 2 mi­lioni di persone sieropositive, 62 milioni di operazioni di coun­seling sull’Hiv e test sulla siero­positività, e assistito 3,2 milioni di orfani con servizi sanitari ed educativi. Dal 2002 il Global Fund ha ricevuto 11,4 miliardi di dollari di stanziamenti econo­mici. Tra i soggetti più coinvolti nel­l’azione internazionale sull’Aids vi è l’UnAids. Per il biennio 2008-2009 il suo budget può contare su 468 milioni di dol­lari, il 7% in più rispetto al biennio prece­dente. Ma spulciando tra le pieghe del bi­lancio di UnAids si scopre che i suoi stan­ziamenti sono più 'ad intra' che 'ad ex­tra', più indirizzati a mantenere la struttu­ra che non a offrire aiuti concreti a quanti sono colpiti dal virus o a prevenire nuovi ca­si di Aids. Alla voce 'leadership e mobilita­zione delle risorse' è destinata quasi la metà dei fondi, 205 mi­lioni di dollari. Alla 'pianifica­zione, finanziamento, assisten­za tecnica e coordinamento' al­tri 106 milioni. Alle voci 'diritti delle persone e discriminazio­ne' rimangono 27 milioni e al­la voce ' popolazioni più a ri­schio' appena 16 milioni. Va leggermente meglio per 'don­ne, giovani, bambini e popolazioni in si­tuazione di crisi umanitaria', cui vengono elargiti 32 milioni di dollari. Quale sia la po­litica sull’Aids dell’UnAids lo si può intuire da un semplice dato empirico: nel suo ul­timo rapporto 2008, in 362 pagine si cita 149 la parola 'preservativi', mentre 'asti­nenza' ha solo 6 citazioni, e sempre in ter­mini dispregiativi. Il termine 'fedeltà' vie­ne riportato una sola volta. La distanza tra i diversi approcci verso l’Aids, in particolare in Africa, risalta mol­to bene anche in chiave di investimenti e­conomici, come ha spiegato da Sam. L. Ru­teikara, co-presidente del Comitato nazio­nale di prevenzione dell’Aids in Uganda, in un articolo pubblicato a giugno 2008 sul Washington Post: «Per ogni africano che rie­sce ad accedere ai trattamenti sanitari per l’Aids, altri 6 si infettano. Il costo per cura­re un solo paziente di Aids con medicinali antiretrovirali è di oltre 1000 euro all’anno. La nostra campagna vincente di ABC (asti­nenza, fedeltà e condom, in quest’ordine di importanza, ndr) costa solo 20 centesimi di dollaro all’anno per ogni ugandese».
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