lunedì 21 aprile 2025
La guerra in Ucraina riprende dopo 30 ore. Bombardamenti a Mykolaiv. Fra Kiev e Mosca accuse reciproche di aver violato il cessate il fuoco migliaia di volte. Putin non rinnova lo stop alle armi
La festa di Pasqua per i soldati ucraini lungo la linea del fronte

La festa di Pasqua per i soldati ucraini lungo la linea del fronte - Ansa

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Gli allarmi antiaerei sono tornati a suonare in Ucraina all’una di notte, un’ora dopo la fine della tregua di Pasqua. Fragile e tormentata, proclamata in maniera unilaterale da Vladimir Putin alla vigilia della festa, è durata trenta ore: dalle 18 del Sabato Santo alla mezzanotte del giorno successivo. Come era stato annunciato dal leader russo. E non di più, nonostante le proposte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di prorogarla di trenta giorni e l’auspicio degli Stati Uniti.


In piena notte le sirene hanno annunciato l’arrivo di bombe teleguidate sulle regioni orientali del Paese: Sumy, Kharkiv e Donetsk. Poi hanno suonato in metà della nazione per i droni. «Dopo la tregua di Pasqua la Russia ha attaccato l’Ucraina con 99 droni e missili», ha fatto sapere stamani il comando dell’Aeronautica militare di Kiev. I missili hanno colpito le regioni di Kherson e Mykolaiv, mentre i droni hanno volato fino sulla capitale. La guerra è ripresa con la stessa intensità dei tre anni precedenti, dopo il “mini” cessate il fuoco per la solennità della Resurrezione che, per una coincidenza di calendari, è stata celebrata insieme dai cristiani d’Occidente e da quelli d’Oriente. Stessa data per Mosca e Kiev. E l’inquilino del Cremlino ha voluto mostrarsi magnanimo. E attento alla religione, da usare come strumento politico.


Alla fine della grande festa, le due capitali si sono scambiate reciproche accuse. «L’esercito russo ha violato il cessate il fuoco di Putin 2.935 volte», ha fatto sapere il leader ucraino, soprattutto nella regione di Donetsk, a cominciare da Pokrovsky che le truppe del Cremlino intendono conquistare, e nella regione russa di Kursk dove i soldati di Putin sono prossimi a cacciare le ultime brigate ucraine rimaste dopo l’incursione dello scorso agosto. Non solo. Nel Donetsk, intorno alla cittadina di Kostyantynivka, un volontario ha riferito dell’attacco alla sua auto con i droni nemici mentre evacuava una famiglia. E il sito DeepState ha imputato alla Russia di usare la tregua per «migliorare ed equipaggiare le loro posizioni in prima linea». Però Mosca ha ribattuto: «Le unità ucraine hanno aperto il fuoco sulle posizioni delle nostre truppe 444 volte con cannoni e mortai, hanno effettuato 900 attacchi con droni, tra cui 12 bombardamenti e 7 lanci nelle zone di confine delle regioni di Bryansk, Kursk e Belgorod facendo morti e feriti tra la popolazione civile». E aveva fatto sapere che i soldati di Kiev «avevano attaccato postazioni delle truppe russe» nell’oblast di Donetsk. In serata la conferma del Cremlino che le operazioni militari sarebbero riprese.


Certo, almeno un effetto della tregua c’è stato: per più di una giornata gli allarmi antiaerei non sono suonati in tutta l’Ucraina. Lo ha ammesso lo stesso Zelensky che, polemizzando con il Cremlino, ha rilanciato l’idea ventilata dopo l’annuncio russo della tregua: «Un giorno non è bastato a Mosca per rispondere sia alla proposta di un cessate il fuoco completo per i successivi 30 giorni dopo Pasqua, sia a quella di mantenere almeno il silenzio nei cieli per quanto riguarda le infrastrutture civili e di astenersi da attacchi missilistici e con droni. La natura delle azioni ucraine continuerà a essere speculare: risponderemo al silenzio con il silenzio e i nostri attacchi saranno una difesa contro gli attacchi russi. Le azioni contano sempre più delle parole».


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