giovedì 25 maggio 2023
Il capo della Wagner lancia l'allarme e si appella a Putin: dichiari legge marziale e mobilitazione
Il capo del gruppo militare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin

Il capo del gruppo militare russo Wagner, Yevgeny Prigozhin - Ansa / Telegram Wagner

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Una nuova "rivoluzione potrebbe scuotere la Russia se il suo balbettante sforzo bellico in Ucraina continua". Lo ha detto il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin in un'intervista a Konstantin Dolgov, blogger filo-russo. Prigozhin si è appellato al presidente Vladimir Putin affinché dichiari "una legge marziale e una nuova ondata di mobilitazione". E ha avvertito che se le perdite russe continueranno ad aumentare, "tutto questo può finire in una rivoluzione, proprio come nel 1917. I soldati si solleveranno e poi i loro cari si alzeranno. È sbagliato pensare che ce ne siano centinaia, ce ne sono già decine di migliaia, parenti di coloro che sono stati uccisi".

Il riferimento potrebbe essere alle incursioni effettuate nei giorni scorsi nella regione russa di Belgorod vicino al confine ucraino: ne sarebbero responsabili gruppi di miliziani russi anti Putin, sospettati di agire in accordo con i servizi di sicurezza ucraini. Scritte inneggianti a questi gruppi sarebbero comparse stamani anche nella regione russa di Sochi.

Il comandante del Corpo dei volontari russi Denis Kapustin (noto anche come Denis Nikitin) ha riferito che i combattenti russi anti-Putin agiranno nuovamente in Russia. "Non posso rivelare cose imminenti, non posso nemmeno rivelare la direzione", ha detto citato da Sky News, ma "i nostri piani futuri sono nuovi territori della Federazione Russa, in cui entreremo sicuramente... Dovrete essere solo un po' pazienti e aspettare un paio di giorni". "Il confine è piuttosto lungo, ancora una volta ci sarà un punto in cui le cose si faranno calde", ha aggiunto.

A una domanda se i combattenti russi abbiano utilizzato attrezzature militari statunitensi che erano state donate per aiutare l'Ucraina a difendersi dagli attacchi russi, Kapustin ha risposto di "sapere esattamente da dove ho preso le armi, purtroppo non dai partner occidentali". Il comandante ha detto che l'Ucraina ha sostenuto il suo gruppo con informazioni, benzina, cibo e medicine, ma ha aggiunto: "Ogni decisione che prendiamo oltre i nostri confini è una nostra decisione. Ovviamente possiamo chiedere ai nostri compagni (ucraini) la loro assistenza nella pianificazione".

I servizi ucraini: l'obiettivo è Putin. I russi rafforzano le difese nel Lugansk

Putin è un "obiettivo primario" per i servizi segreti ucraini: lo ha detto il vice capo della Direzione principale dei servizi di Kiev, Vadym Skibitsky, in un'intervista al quotidiano tedesco Welt. "La nostra priorità è distruggere il comandante dell'unità che ha ordinato ai suoi uomini di attaccare l'Ucraina", ha detto Skibitsky, precisando che l'obiettivo principale del suo dipartimento è "Putin, perché coordina e decide cosa succede". Skibitsky ha inoltre minacciato di distruggere il porto di Mariupol, definendolo uno dei punti logistici critici delle forze di Mosca.

Sul terreno si segnala che grandi convogli militari russi hanno attraversato ieri sera e per tutta la notte le città di Starobelsk, Lugansk e Krasnodon, nella regione ucraina orientale di Lugansk. Lo scrive su Telegram il consigliere del ministero dell'Interno di Kiev, Anton Gerashenko, commentando che "Putin ha deciso di rafforzare le difese delle regioni di Belgorod, Bryansk e Kursk dopo un'operazione di ricognizione e sabotaggio riuscita a Belgorod". "Ciò significa indebolire le difese in prima linea nelle regioni di Lugansk e Donetsk", sottolinea Gerashenko.

Mosca sposta armi nucleari non strategiche in Bielorussia

Intanto si alza sempre più la tensione con la Nato, e si incandescente l'ex cortina di ferro in Europa. Armi nucleari russe non strategiche sono in fase di dispiegamento in Bielorussia: Mosca e Minsk, ha spiegato il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu, sono state costrette a prendere misure nella sfera militare-nucleare in risposta alle attività della Nato in quest'area. Tuttavia la Russia, ha precisato Shoigu, non trasferisce in alcun modo il controllo di queste armi alla Bielorussia.

E tra i fornitori di armi a Kiev ci sarebbe presto anche la Corea del Sud. Secondo quanto scrive il Wall Street Journal, centinaia di migliaia di proiettili di artiglieria sarebbero in viaggio da Seul a Kiev attraverso gli Stati Uniti. Il portavoce del ministero della Difesa sudcoreano ha confermato che Seul ha avuto colloqui con il Pentagono sull'export di munizioni ma ha aggiunto che ci sono imprecisioni nell'articolo del Wsj: "Finora abbiamo fornito assistenza umanitaria e finanziaria all'Ucraina. Tuttavia, l'Ucraina è stata oggetto di un'invasione illegale. Abbiamo in programma di prenderla in considerazione dopo aver monitorato la situazione sul campo e alla luce di altre situazioni".

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