mercoledì 20 dicembre 2023
Notte da incubo nell’est della nazione. Colpiti sei villaggi intorno alla battaglia di Kupiansk. La denuncia: Mosca arruola i civili ucraini dei territori occupati per combattere contro i connazionali
Due missili su un quartiere residenziale di Kharkiv devastano un deposito di mezzi pubblici

Due missili su un quartiere residenziale di Kharkiv devastano un deposito di mezzi pubblici - Ansa

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Sono state 24 ore da incubo nella regione di Kharkiv, tornata nel mirino dell’esercito russo, dove si sta combattendo una delle più feroci battaglie degli ultimi mesi: quella di Kupiansk. Sette missili balistici lanciati da oltre il confine russo che corre lungo un lato dell’intera oblast hanno colpito più angoli del territorio. La distanza fra il punto di lancio e l’obiettivo è intorno ai cinquanta chilometri: troppo ridotta per intercettare gli ordigni e far scattare gli allarmi. Come è accaduto la notte scorsa nella città di Kharkiv, la seconda metropoli del Paese dopo Kiev.


Il primo dei due missili è andato a bersaglio prima che le sirene scattassero all’una e mezzo di notte. E ha devastato un deposito di autobus e tram nel quartiere di Saltivka, l’area abitativa più bombardata dall’inizio della guerra perché guarda verso la frontiera, dove oltre la metà dei condomini è stata danneggiata dalla pioggia di fuoco che continua a cadere. Il secondo ha colpito un edificio residenziale senza provocare vittime. «È stata la peggiore notte degli ultimi sei mesi», racconta Alina Bondareva, residente a Saltivka. Secondo il portavoce della polizia regionale, «siamo di fronte a due crateri enormi, di circa 9 metri di diametro e profondi 3,5 metri. Ci sono veicoli e case danneggiate. Secondo i rottami, è stato stabilito che si trattava di S-300».

Due missili su un quartiere residenziale di Kharkiv devastano un deposito di mezzi pubblici

Due missili su un quartiere residenziale di Kharkiv devastano un deposito di mezzi pubblici - Reuters


Ben più complessa la situazione nel distretto di Kupiansk dove l’esercito russo ha intensificato l’offensiva per conquistare la cittadina all’intersezione fra le regioni di Kharkiv, Donetsk e Lugansk e dove nell’ultimo giorno le forze armate ucraine hanno respinto nove incursioni via terra. Due missili hanno colpito un villaggio all’una di notte; alle tre un altro; alle undici di mattina una donna di 55 anni è rimasta ferita in un ulteriore raid; altri due blitz aerei a distanza di pochi minuti in altri insediamenti della zona. L’area è rimasta senza elettricità per i bombardamenti. «Ci sono circa 240 persone lì – dice Oleg Sinegubov, capo dell'amministrazione regionale –. I tecnici delle compagnie elettriche non smettono di cercare di ripristinare l’energia, ma finiscono sotto il fuoco nemico. Circa 9.600 persone vivono nelle comunità più a rischio del distretto di Kupiank. Continuiamo l'evacuazione. Ogni giorno, con l'aiuto del centro di coordinamento regionale, circa 15 persone lasciano gli abitati più esposti».


Giornata pesante anche a Kherson, nel sud dell’Ucraina. Gli attacchi russi hanno ferito 16 persone, dichiara il governatore regionale Oleksandr Prokudin, aggiungendo che nell'attacco con droni sono rimasti feriti tre bambini, di 2, 4 e 9 anni. La Russia ha colpito la regione 82 volte, utilizzando artiglieria, mortai, droni, aerei, carri armati e sistemi missilistici a lancio multiplo. La città di Kherson è stata bombardata 36 volte, fa sapere Prokudin.

Poi la difesa antiaerea ha abbattuto 18 droni kamikaze su 19 lanciati dai russi sul territorio ucraino, nelle regioni di Odessa, Kherson, Dnipropetrovsk, Vinnytsia, Khmelnytskyi, Kiev, Chernihiv e Kirovohrad, secondo l'Aeronautica militare. I droni, fa sapere Kiev, sono stati lanciati da Chauda, sulla penisola di Kerch, e da Balaklava, in Crimea.

Sul fronte politico, il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, annuncia che «non ci sono i prerequisiti per i negoziati poiché l’Ucraina ha lasciato il tavolo delle trattative su insistenza del Regno Unito». E definisce «assurdo» il piano di pace in 10 punti di Kiev, che chiede il ritiro delle truppe russe dai territori ucraini occupati nell’invasione iniziata nel febbraio 2022, circa il 20% della nazione. Poi arriva la denuncia dell'organizzazione umanitaria per i diritti umani Human Rights Watch: «Le autorità russe apertamente e illegalmente obbligano gli uomini nelle aree dell'Ucraina occupate a combattere contro il loro Paese». Di fatto vengono arruolati a forza civili ucraini e anche quelli in detenzione. «Questo costituisce un crimine di guerra», aggiunge Hugh Williamson, direttore per l'Europa e l'Asia centrale.

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