martedì 26 dicembre 2023
Natale nella seconda città del Paese, a 50 chilometri dal confine russo. Attaccati villaggi e abitati lungo la frontiera. Chiese piene per la prima festa che l’Ucraina ha celebrato il 25 dicembre
Bombe e distruzione. La Messa a Kharkiv, tra chi spera ancora nella pace
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Il primo allarme antiaereo scatta intorno alle nove del mattino mentre si entra nella Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv per partecipare alla Messa della Natività. E poi il suono delle sirene si susseguirà per l’intera giornata nella metropoli a cinquanta chilometri dal confine russo. Il Natale che per la prima volta dal 1917 l’Ucraina celebra il 25 dicembre e non più il 7 gennaio, come ancora avviene a Mosca, è macchiato ancora dalle bombe, dal sangue, dalla distruzione. E dalle notizie di una nuova avanzata russa che da Mosca rimbalzano fin nel Paese in guerra da quasi due anni. Si bollano come fake, ma al tempo stesso si è consapevoli delle difficoltà ucraine lungo i milleduecento chilometri di fronte. E fa paura la mobilitazione di 500mila uomini annunciata dal presidente Zelensky e già trasformata in un disegno di legge presentato al Parlamento che abbassa l’età di arruolamento a 25 anni, introduce tre mesi di addestramento per i ragazzi dai 18 ai 25 anni, «limita i diritti» a chi diserta. Un giro di vite per rinvigorire un esercito sempre più provato e per aggiungere forze nuove al milione di ucraini già in armi, stando a stime non ufficiali.

Il presepe davanti alla Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv

Il presepe davanti alla Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv - Gambassi

La vigilia della festa è segnata da quattro morti a Kherson, il capoluogo diviso in due dal fiume Dnepr diventato linea di combattimento. E dai blitz a tappeto nella zona di Kupiansk, la cittadina nell’ultimo lembo della regione di Kharkiv che ha le truppe di Putin alle sue porte: una scuola distrutta, due feriti, un’abitazione sventrata. Il Natale viene ferito da uno stormo di 28 droni diretti in tutto il Paese e in gran parte abbattuti insieme a due missili. E dall’annuncio targato Mosca della conquista russa della città di Marinka, nell’oblast di Donetsk: un «successo», secondo il commento del leader del Cremlino in tv. Ma sono le stesse forze armate ucraine a mostrare le immagini di Marinka rasa al suolo, senza più neppure un edificio in piedi. E nella notte arriva la risposta di Kiev: un attacco al porto di Feodosiia, in Crimea, con l’affondamento della nave d’assalto russa “Novocherkask” «con soldati a bordo», fa sapere l’Aeronautica ucraina.

Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, con i bambini nella Cattedrale greco-cattolica a Natale

Il sindaco di Kharkiv, Ihor Terekhov, con i bambini nella Cattedrale greco-cattolica a Natale - Gambassi

«I nostri soldati hanno respinto più di venti attacchi russi verso Kupiansk», aggiunge il capo dell’amministrazione regionale di Kharkiv, Oleg Syniehubov. Parole di rassicurazione dopo le indiscrezioni di un piano di Mosca per mettere le mani sulla metropoli a cinquanta chilometri dal confine. «Kharkiv è e rimarrà città ucraina – dice ad Avvenire il sindaco Ihor Terekhov –. Per tre volte l’esercito russo ha tentato di impossessarsene all’inizio del conflitto: per tre volte è stato respinto. Adesso siamo più preparati di ventuno mesi fa. I nostri militari sono schierati lungo la frontiera per proteggerla. Sono sicuro che il nemico non entrerà». Sempre che non arrivi dalla direzione di Kupiansk ritenuta dal Cremlino una testa di ponte per riprendersi la parte della regione persa dopo la controffensiva ucraina di un anno fa e magari per puntare sul capoluogo di un milione e trecentomila abitanti.

La Messa di Natale nella Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv

La Messa di Natale nella Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv - Gambassi

Il primo cittadino saluta il “popolo del Natale” al termine della Messa nella Cattedrale greco-cattolica. Come farà con i fedeli della Chiesa ortodossa dell’Ucraina. Sono le due Chiese che hanno cambiato il loro calendario per far coincidere la nascita di Gesù con l’Occidente. Una “riforma” non recepita dalla Chiesa ortodossa ucraina che affonda le sue radici nel patriarcato di Mosca, rimasta ancorata alla tradizione giuliana del 7 gennaio. Ma la svolta è stata sposata dalle autorità nazionali. «Festeggiamo il Natale tutti insieme e con l’Europa di cui ci sentiamo parte», spiega il sindaco di Kharkiv. Nonostante il pericolo “rosso”. «Sappiamo di essere una comunità nel mirino che viene attaccata regolarmente. Ma la città vive ed è viva. Ospitiamo 200mila sfollati non solo della nostra regione ma anche di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson».

La Messa di Natale nella Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv

La Messa di Natale nella Cattedrale greco-cattolica di Kharkiv - Gambassi

Un Natale “nuovo” che «la gente già sente proprio: non più ortodosso, cattolico latino, greco-cattolico, protestante, ma di tutti», osserva l’esarca Vasyl Tuchapets. Però il governo centrale non ha concesso il giorno festivo facendo leva sulla legge marziale. Così la Kharkiv natalizia si alza con le strade invase dal traffico. Come ogni lunedì mattina. «Ho preso tre ore di permesso dal lavoro per essere a Messa», dice Oksana Bilichenko, medico in un hospice per malati oncologici e corista della Cattedrale. Il marito è appena tornato in trincea. «Era stato ferito. Speravo lo dimettessero dopo Natale per trascorrerlo insieme. Non è successo», confida mentre accende una candela dalla lanterna dove è custodita la “luce della pace di Betlemme”.

La 'luce della pace di Betlemme' portata a Kharkiv dagli scout ucraini

La "luce della pace di Betlemme" portata a Kharkiv dagli scout ucraini - Gambassi

Gli scout l’hanno portata ovunque: dagli ospedali all’università, dalle scuole agli uffici pubblici. Quasi a voler testimoniare un desiderio diffuso. E soprattutto nelle chiese che sono piene benché non sia vacanza. In prima fila i bambini; in fondo i militari. «Nasce il Signore che è portatore di libertà e pace», esorta il metropolita ortodosso Mitrofan quando riceve la “fiammella” arrivata dalla Terra Santa. E il presepe vivente dei giovani greco-cattolici e della Caritas è un inno all’«Ucraina che risorge dalle rovine», avvertono i ragazzi.

Natale condiviso per i cristiani di Kharkiv. Nella foto il metropolita ortodosso Mitrofan e il vescovo latino Pavlo Honcharuk

Natale condiviso per i cristiani di Kharkiv. Nella foto il metropolita ortodosso Mitrofan e il vescovo latino Pavlo Honcharuk - Gambassi

Nella Cattedrale di rito romano il suono delle sirene entra mentre viene intonato il «Gloria» e si annuncia la «pace agli uomini amati dal Signore». Qui il primo Natale “unito” dei cattolici ucraini ha il volto del vescovo greco-cattolico Vasyl Tuchapets e di quello latino Pavlo Honcharuk intorno allo stesso altare. Con loro il nunzio apostolico a Kiev, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, che sceglie Kharkiv per celebrare la solennità non più separata. Una visita che è anche segno di vicinanza a una terra sotto le bombe e a una diocesi – quella latina – da cui «passa gran parte del fronte e che per quasi la metà è occupata», spiega monsignor Honcharuk. Perché comprende anche il territorio di Zaporizhzhia, l’intero Donbass e giunge fino a Sumy, altra regione sotto tiro di Mosca.

La Messa di Natale a Kharkiv con il nunzio Visvaldas Kulbokas assieme al vescovo greco-cattolico Vasyl Tuchapets e a quello latino Pavlo Honcharuk

La Messa di Natale a Kharkiv con il nunzio Visvaldas Kulbokas assieme al vescovo greco-cattolico Vasyl Tuchapets e a quello latino Pavlo Honcharuk - Gambassi

Il presepe è al centro della chiesa. Nella celebrazione si ricorda la sorte di guerra che l’Ucraina condivide con la Terra Santa. «Fra noi c’è tanta distruzione e c’è tanta morte – sottolinea il nunzio nell’omelia –. Avremmo molti motivi per non gioire e adirarci a causa dell’ingiustizia umana. Ma la nostra gioia sta nel Signore che si fa uomo. Non stanchiamoci di pregarlo». Anche con «insistenza», aggiunge. Soprattutto se si chiede la pace per una nazione sfibrata.

La Messa di Natale nella Cattedrale latina di Kharkiv con il nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas

La Messa di Natale nella Cattedrale latina di Kharkiv con il nunzio apostolico, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas - Gambassi

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