sabato 30 dicembre 2023
Il governatore locale lancia l'allarme sui problemi della popolazione uscita da due anni di guerra con Addis Abeba, ma per l'esecutivo di Abiy la situazione non è come descritta
Sfollati tigrini in un campo profughi allestito due anni fa al confine con il Sudan , prima che anche quel Paese precipitasse a sua volta in una guerra civile

Sfollati tigrini in un campo profughi allestito due anni fa al confine con il Sudan , prima che anche quel Paese precipitasse a sua volta in una guerra civile - Ansa

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La regione etiope del Tigrai, devastata dalla guerra, è «sull’orlo di una catastrofe umanitaria» paragonabile alla carestia del 1984-85 che ha dato vita all’evento musicale di raccolta fondi Live Aid: lo ha dichiarato Getachew Reda, presidente del governo regionale ad interim, citato dalla Bbc. In una dichiarazione dai toni aspri si legge che «fame e morte» aleggiano sulla regione settentrionale, anche se le autorità federali hanno negato l'esistenza di una carestia.
La guerra civile fra il Tigrai e il governo centrale di Abiy Hamed è durata due anni e si è conclusa all'inizio di novembre dell'anno scorso. Si ritiene che il conflitto abbia provocato la morte e lo sfollamento di centinaia di migliaia di persone, distruggendo infrastrutture strategiche e rendendo il Tigrai molto vulnerabile. La siccità in alcune aree e un'invasione di locuste hanno aggravato la situazione, ha aggiunto Getachew, la cui amministrazione è stata istituita dopo l'accordo di pace.
Secondo il leader, il 91 per cento della popolazione della regione è esposto al «rischio di morire di fame». In precedenza, funzionari locali avevano dichiarato che centinaia di persone erano morte per fame negli ultimi mesi.
Un recente rapporto dell’Onu ha parlato di «crescente crisi della sicurezza alimentare» nel Tigrai, ma la Commissione federale etiope per la gestione delle calamità ha smentito le notizie sulla carestia, aggiungendo che il governo sta moltiplicando gli sforzi per sostenere le persone colpite dalla siccità. L'Alto commissario dell'Onu per i diritti umani, Volker Türk ha chiesto però che si faccia una «vera» giustizia in Etiopia, facendo riferimento alle vittime degli abusi avvenuti proprio durante la guerra nel Tigrai. L'Ufficio dell'Onu per i diritti umani e la Commissione etiope per i diritti umani (Ehrc) hanno pubblicato un rapporto congiunto in cui si chiede ad Addis Abeba di affrontare le violazioni e gli abusi nel Paese del Corno d'Africa, in modo da dare priorità ai diritti delle vittime e ai bisogni delle loro famiglie. Il rapporto dell'Onu e dell'Ehrc ha formulato 31 raccomandazioni per l'attuazione di una politica in nome della giustizia.
Nel documento si afferma che secondo i partecipanti la responsabilità penale è essenziale, si esprimono invece dubbi sulla credibilità, l’indipendenza e la competenza dell’attuale sistema giudiziario. «Gli Stati hanno il dovere di indagare e perseguire le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, comprese quelle che costituiscono crimini di diritto internazionale», ha affermato l’Alto commissario Türk.

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