lunedì 9 marzo 2009
Un centinaio di monaci buddisti di un monastero nella provincia cinese di Qinghai sono stati arrestati per aver organizzato, il 25 febbraio scorso, in occasione del Capodanno tibetano, una marcia di protesta contro il regime. la notizia è stata data da due giornalisti italiani, che sono stati anche fermari dalla polizia cinese per tre ore.
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Un centinaio di monaci buddisti di un monastero nella provincia cinese di Qinghai sono stati arrestati per aver organizzato, il 25 febbraio scorso, in occasione del Capodanno tibetano, una marcia di protesta contro il regime. La notizia è stata data da un giornalista di Sky Tg24 fermato insieme a un collega, dopo aver incontrato nel monastero di An Tuo i monaci sfuggiti alla cattura. I due giornalisti italianisono stati rilasciati dopo tre ore, senza che la polizia cinese spiegasse le ragioni del fermo. Alla vigilia del 50mo anniversario dalla fallita rivolta in Tibet, è molto alta la tensione nella regione. Sempre nella provincia di Qinghai, in Cina nord-occidentale, domenica sono stati lanciati piccoli ordigni rudimentali contro un'auto della polizia e un mezzo dei vigili del fuoco, causando lievi danni ma senza causare vittime. Gli incidenti sono avvenuti domenica ma i media cinesi ne hanno dato notizia con 24 ore di ritardo. L'anniversario della rivolta fallita in Tibet del 10 marzo, terminata con l'esilio del leader spirituale e tibetano, il Dalai Lama, provocò l'anno scorso violente proteste tanto nella regione autonoma che nelle regioni vicine, in cui abitano minoranze tibetane. Per domani, è atteso un discorso "politico" del Dalai Lama e la Cina ha già auemntato lo schieramento delle truppe alla frontiera.
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