mercoledì 30 aprile 2014
​Lo denuncia il Patriarcato latino di Gerusalemme con una nota degli Ordinari cattolici. Domenica assaltata una chiesa ortodossa durante un battesimo. Lettera minatoria al vicariato patriarcale di Nazareth.
COMMENTA E CONDIVIDI

Domenica scorsa in Galilea si è registrata "un'ondata di violenze anti-cristiane e di atti di vandalismo da parte di ebrei religiosi". La denuncia è del Patriarcato latino di Gerusalemme con una nota degli Ordinari Cattolici di Terra Santa che hanno condannato con "grande preoccupazione" i fatti avvenuti in una "giornata assai significativa per la Chiesa universale e locale, per la canonizzazione di due papi e ad un mese dalla visita di papa Francesco in Terra Santa".Gli Ordinari cattolici di Terra Santa hanno poi ripercorso nella nota i fatti: a partire da quello avvenuto nel "luogo santo di Tabgha sul lago di Tiberiade, custodito dai padri benedettini" ad opera "di una dozzina di giovani, tra i 13 e i 15 anni, vestiti come gli ebrei religiosi ortodossì e provenienti dalla fonte di Giobbe"; alla "lettera di minacce" arrivata al Vicariato patriarcale di Nazareth, firmata da un rabbino della zona, poi arrestato dalla polizia. E per finire, "l'assalto contro la chiesa ortodossa di Al-Bassah, nel nord-ovest di Israele durante un battesimo". "I cristiani della Galilea - è detto nella nota -, insieme all'Assemblea degli Ordinari, profondamente indignati per i fatti, chiedono con forza alle autorità civili e alle forze di polizia di reagire prontamente con l'arresto dei responsabili".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: