mercoledì 30 aprile 2014
​Nove di loro sono morti di stenti. Li ha ritrovati una pattuglia dell'esercito sudanese nelle sabbie tra il Sudan e la Libia. I mercanti di uomini non hanno esitato a lasciarli al loro destino.
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Chi emigra verso l'Europa non lo fa per certo per divertimento, ma cerca, talvolta disperatamente, di garantirsi almeno la vita. E per farlo è disposto a tutto. A vendere tutto e a mettersi nelle mani dei mercanti di uomini. Gente senza scrupoli. E la tragedia si ripete. Questa volta non nelle acque del Mediterraneo ma nel deserto del Sahara. Circa 300 profughi sono stati abbandonati dai trafficanti di uomini in pieno deserto, fra Libia e Sudan, e nove di loro sono morti. È quanto fa sapere l'esercito sudanese, che precisa che i migranti erano diretti verso la Libia, nella speranza di poter poi raggiungere l'Europa. Si tratta di persone in fuga in gran parte dal Sud Sudan e dall'Eritrea. Ai quali si aggiungono sempre più siriani, costretti ad abbandonare tutto in un Paese dove regna il terrore e non sembra esserci futuro. Avvenire ha più volte denunciato la tratta delle persone in fuga dalla violenza e dalla fame. Come gli eritrei rapiti nel deserto per chiedere poi un riscatto e trattati in modo disumano.

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