sabato 17 giugno 2023
Le interviste a 600 ragazzi e ragazze, realizzate per la fondazione Dobrodiy Club di Kiev e la sede ucraina di Plan International, svelano il mondo adolescenziale
Due ragazze con un cane adottato dopo l'alluvione della diga a Kherson

Due ragazze con un cane adottato dopo l'alluvione della diga a Kherson - Ansa

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Non ci sono attori, cantanti o blogger che reggano il confronto, scivolati sul fondo della classifica di preferenze e fascinazioni. In cima alla lista dei modelli di comportamento degli adolescenti ucraini ci sono i genitori e, subito a seguire, i soldati dell’esercito. Sono indicati rispettivamente dal 55% e dal 51% dei giovanissimi partecipanti a un’indagine sociologica realizzata da due organizzazioni per la tutela dei minori, la fondazione Dobrodiy Club di Kiev e la sede ucraina di Plan International. Il sondaggio, condotto tra 600 ragazze e ragazzi fra i 13 e i 19 anni di centri urbani medio-grandi, ne indaga atteggiamenti, valori e sguardo verso il futuro. Così quando viene chiesto al campione come spenderebbe un’ipotetica consistente somma di denaro, il 36% risponde di essere pronto ad aiutare l'esercito, il 24% a sostenere la propria famiglia, il 23% a fare beneficienza.

La guerra cambia le priorità, anche dei più giovani. Perché, che siano stati travolti in pieno o solo sfiorati dagli effetti del conflitto, le ragazze e i ragazzi coinvolti dall’indagine citano la paura per la propria sopravvivenza e per quella dei loro cari tra i cambiamenti più rilevanti avvenuti nelle loro vite (il 38%). A preoccupare quasi un adolescente su quattro c’è anche la scuola. Ma, fanno notare i curatori del sondaggio, «la stragrande maggioranza ritiene di lavorare già alla propria autorealizzazione (grazie allo studio), e in questo i fattori soggettivi come pigrizia e mancanza di motivazione o competenze sono (considerati) una barriera maggiore rispetto alle restrizioni oggettive legate alla guerra». Malgrado l’ansia per esplosioni, sirene, coprifuoco e blackout, l’86% degli intervistati immagina il proprio futuro in Ucraina, che, alla fine, per il 95% del campione vincerà. In molti cercano di essere d’aiuto e di non fare mancare il proprio sostegno. Il 43% riferisce di avere svolto un’attività di volontariato durante il conflitto, tra raccolte fondi per le Forze armate, realizzazione di reti militari mimetiche (attività diffusissima in diversi ambiti della società civile), ma anche condividendo vestiti e giocattoli con altri bambini e distribuendo pasti. Per allontanare ansia e cattive notizie, tra le distrazioni più citate dai ragazzi ci sono la musica (43%) e i momenti di confronto e dialogo (40%) con gli amici.

C’è anche lo sport, ma rivolgersi al mondo virtuale è svago diffusissimo, per il 38% in rete e sui social network, soprattutto TikTok, Youtube e Telegram, per il 23% con i videogame, per il 20% con i giochi al cellulare. «La guerra ha esacerbato i problemi iniziati durante la pandemia di Covid-19 e associati al passaggio all'online, ad esempio la mancanza di comunicazione dal vivo e la monotonia della vita quotidiana» scrivono i curatori del sondaggio, che sottolineano come «i giovani abbiano bisogno di interazioni fisiche. La comunicazione è un fattore stabilizzante importante, distrae dai sentimenti negativi». Quando viene chiesto loro che tipo di sostegno preferirebbero ricevere nei momenti più tristi, il 21% dei ragazzi risponde di volere «consigli e suggerimenti su come dovrebbero agire». Ma il 19% si augura di avere «abbracci, e che qualcuno tenga loro la mano o sieda accanto a loro, senza parlare».© riproduzione riservata

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