martedì 14 aprile 2009
Altre due navi sequestrate al largo delle coste della Somalia dopo le minacce di ritorsioni per i blitz americani e francesi. Stavolta sono state assaltate una nave greca e una battente bandiera del Togo. Arrivano così a 17 le imbarcazioni nelle mani dei pirati e 250 i marittimi in ostaggio.
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Altre due navi sono state sequestrate dai pirati al largo delle coste della Somalia. Il cargo porta-granaglie "Irene E.M." ha a bordo 22 persone di equipaggio che, ha fatto sapere il Programma di assistenza in mare dell'Africa orientale, stanno bene. Catturato anche il mercantile da 5mila tonnellate "Sea Horse" che batte bandiera del Togo, ma secondo alcune fonti marittime potrebbe essere americano. E la Nato ha appena dato notizia di un altro attacco, ancora non confermato. La "Irene" stazza 35mila tonnellate, batte bandiera di Saint-Vincent e Grenadines e ha un equipaggio interamente filippino. Nel 2005 era stata al centro di una clamorosa vicenda nel fiume Hudson: gli ufficiali erano finiti in manette perché la nave scaricava liquidi inquinanti. Le minacce dei pirati. Lunedì il capo del gruppo di pirati responsabile del sequestro della Maersk Alabama che si è concluso con l'uccisione di tre banditi e la liberazione del comandante che era in ostaggio, avevano giurato vendetta. "Gli americani, mentitori, hanno ucciso i nostri compagni dopo che avevano accettato di rilasciare l'ostaggio senza il pagamento di un riscatto" ha detto al telefono da Eyl, Abdi Garad "questo porterà a una rappresaglia e daremo la caccia in particolare ai cittadini americani che attraversano le nostre acque. Intensificheremo i nostri attacchi ben più lontano delle coste somale e la prossima volta che metteremo le mani su degli americani non avremo pietà per loro". In cima alla lista dei nemici, i pirati hanno messo anche i francesi, dopo che durante l'assalto degli incursori alla barca a vela "Tanit" sono stati uccisi un ostaggio e due banditi. Il capo dell'Ufficio internazionale marittimo, Noel Choong, si è detto favorevole all'adozione della linea dura, pur riconoscendo i rischi di rappresaglia nei confronti delle navi e degli equipaggi. Ad oggi sono 17 le imbarcazioni nelle mani dei pirati e 250 i marittimi in ostaggio.
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