lunedì 20 luglio 2009
Il militare, Bowe Bergdahl, in un videomessaggio chiede al governo Obama di ritirare le truppe da Kabul. Il Pentagono condanna «l'umiliazione del prigioniero».
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La diffusione di un video che mostra un soldato americano prigioniero dei Talebani in Afghanistan è stata condannata oggi dal Pentagono come «un atto di propaganda» ed una «violazione delle leggi internazionali». Le immagini mostrano il soldato Bowe Bergdahl, catturato dai Talebani alla fine di giugno, lanciare un appello agli americani perchè facciano pressioni sull'amministrazione Obama per un ritiro delle truppe dall'Afghanistan. Il soldato, che appare in buona salute (con i capelli rasati ed una leggera barba), si mostra spaventato ed esprime più volte la sua speranza di tornare ad abbracciare la sua famiglia in America.«Ho paura. Ho paura di non tornare a casa - afferma il soldato, che indossa una tunica grigia (un abito tradizionale afghano) -. Ho una ragazza che spero di sposare. Ho i nonni. Ho una bella famiglia che spero di riabbracciare in America».È la prima volta che un soldato americano è catturato vivo dai Talebani in Afghanistan. Per il gruppo è indubbiamente un colpo propagandistico che sta cercando adesso di sfruttare.Il Pentagono ha «condannato la diffusione di questo video e la pubblica umiliazione dei prigionieri. È una violazione delle leggi internazionali».Le immagini sono state diffuse anche dalle Tv americane, spingendo il Pentagono a rendere pubblico il nome del soldato caduto nelle mani dei Talebani. Il soldato Bergdahl, che appartiene al 501/o Reggimento Paracadutisti (di stanza in Alaska), è stato catturato mentre era fuori dalla sua base, in servizio di pattuglia. Il Pentagono aveva inizialmente classificato il suo status come «scomparso» ma in seguito aveva modificato la dizione in «catturato».Nel video, che dura 28 minuti, non vengono mostrati i carcerieri del soldato ma è possibile sentire la loro voce fuori campo durante la registrazione. Ad un certo punto una voce chiede al soldato se ha messaggi per gli americani. «Certo. Agli americani che hanno persone care qui in Afghanistan e che sanno quanto sarebbe triste perderle voglio solo dire: avete il potere di spingere il nostro governo a far rimpatriare questa gente» afferma il soldato Usa prigioniero.Ma le autorità militari americane hanno già risposto sottolineando che gli insorti «vorrebbero rimandarci subito a casa, ma questo non ha alcun probabilità di accadere: siamo qui per dare il nostro sostegno al governo dell'Afghanistan al fine di migliorare la sicurezza - ha detto un portavoce del Pentagono -. Resteremo qui finchè la gente dell'Afghanistan avrà bisogno di noi».Nel frattempo oggi in Afghanistan è precipitato a Kandahar, poco dopo il decollo da una base aerea Nato, un elicottero di fabbricazione russa MI-8 che trasportava civili. Sarebbero almeno sedici le vittime dell'incidente, che non è stato causato da attacchi nemici.
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