sabato 12 aprile 2014
​Sia il governo che le forze di opposizione denunciano un episodio a Kfar Zeita. Un altro attacco è avvenuto in un sobborgo di Damasco. 
LA SCHEDA Dalla strage di Ghouta all'operazione di disarmo
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Torna in Siria l'incubo delle armi chimiche. Sia il governo siriano che i ribelli denunciano un nuovo attacco chimico in un villaggio e si accusano a vicenda. La tv di Stato accusa il Fronte al Nusra di aver usato gas cloro a Kfar Zeita, causando almeno due morti e oltre 100 feriti. La coalizione dell'opposizione parla di decine di persone colpite dal gas letale e attribuisce il misfatto alle truppe lealiste. Lo riferiscono media Usa e britannici. Inoltre è giunta notizia di un altro attacco, sempre condotto con armi chimiche, ad Harasta, sobborgo di Damasco, con almeno 5 morti, tra cui un bambino. Il primo attacco è avvenuto venerdì in un villaggio della Siria centrale. Secondo il Guardian, inoltre, l'opposizione siriana ha accusato nei giorni scorsi il regime di aver usato armi chimiche in almeno altri tre attacchi dallo scorso gennaio. Il giornale britannico riferisce che un alto funzionario della difesa israeliana ha confermato la veridicità dei nuovi attacchi chimici. Un gruppo di ribelli di Harasta aveva parlato di almeno tre morti e decine di feriti in un bombardamento chimico alla fine di marzo. E sempre secondo la fonte israeliana non si tratterebbe di sarin o gas mostarda ma di una sostanza industriale come i pesticidi. Anche la Gran Bretagna, prosegue il Guardian, ha annunciato un'inchiesta sulle denunce dell'opposizione. L'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, impegnata nella distruzione dell'arsenale chimico siriano, ha detto che indagherà sui nuovi episodi se lo chiederà uno degli Stati firmatari della Convenzione che mette al bando l'uso dei gas letali.
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