venerdì 19 settembre 2014
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Ti aspetteresti le strade invase dagli unionisti, felici per una vittoria a lungo agognata dopo oltre un anno e mezzo di campagna elettorale. Invece no: Edimburgo si è svegliata stamattina nella maniera più sobria possibile, senza clamori, quasi avesse voglia di voltare pagina in fretta dopo le divisioni dell’ultimo periodo. Sarebbe stato lo stesso con la vittoria dei ben più chiassosi indipendentisti nel referendum di ieri? Probabilmente no. A vincere, con oltre il 55% dei voti, è stata quella maggioranza silenziosa che è comparsa meno in tv, che non ha affisso cartelloni ovunque, che ha preferito il dibattito pacato alle feste di strada. Già ieri notte, alla chiusura dei seggi, gli indipendentisti erano in piazza, convinti di festeggiare una sicura vittoria. La loro delusione è sui volti di chi, come Michael, 27 anni, ci credeva davvero: “Siamo stati a un passo dal vincere, e quello che mi spiace è che un’occasione così, nella mia vita, forse non capiterà più”. La Scozia resta nel Regno Unito, dunque. Brindano i mercati, con la sterlina in netta crescita, brinda il premier conservatore David Cameron, che molto si è giocato in questa battaglia. Per vincere, però, il leader conservatore negli ultimi giorni di campagna elettorale ha dovuto promettere molto. Forse troppo. Ancora più devolution, ancora più poteri soprattutto in materia di gestione del fisco e di controllo del welfare, ad una Scozia che rischiava di mandarlo a casa con largo anticipo sulla scadenza di mandato. La Gran Bretagna si prepara quindi a viaggiare verso un assetto sempre più federale, perché anche da Galles e Irlanda del Nord potrebbero arrivare rivendicazioni simili. Il leader dello Scottish national party (Snp) ha detto di aspettarsi che le promesse vengano mantenute. Ha perso Salmond, è vero, ma c’è chi vede comunque nella sconfitta il bicchiere ancora mezzo pieno. Molta gente ha votato più con la testa e il portafogli che con il cuore, temendo una Scozia indipendente in balia dei mercati e della speculazione. Ma per come ha condotto la sua battaglia, Salmond non ha molto da rimproverarsi.
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