mercoledì 11 giugno 2025
Von der Leyen chiede più pressione: «Il Cremlino capisce solo il linguaggio della forza». Proposto il price cap a 45 dollari per il greggio di Mosca
Una donna siede accanto a un edificio residenziale gravemente danneggiato dall’attacco di droni lanciato ieri dai russi su Odessa

Una donna siede accanto a un edificio residenziale gravemente danneggiato dall’attacco di droni lanciato ieri dai russi su Odessa - Ansa

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«Restate nei rifugi!» scrive nel cuore della notte il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko su Telegram. «Diversi droni nemici – aggiunge – si stanno avvicinando al centro della capitale. Restate al riparo!» è l’appello durante l’ennesima notte passata nei rifugi mentre le bombe russe cadono a terra e il ronzio dei droni terrorizza. Ad essere colpita, dall’ennesimo «massiccio» attacco aereo, anche Odessa. Quando ieri mattina sorge il sole, in un cielo ancora grigio di fumo, si contano ancora una volta i danni della notte.
L’aeronautica ucraina conta sette missili e 315 droni, 284 dei quali abbattuti o neutralizzati con sistemi di guerra elettronica. Danneggiata nella capitale pure la cattedrale di Santa Sofia. Molto più pesante l’attacco sulla città portuale di Odessa: «I russi hanno colpito un ospedale ostetrico, un pronto soccorso e edifici residenziali» denuncia il governatore Oleg Kiper. Nelle strutture sanitarie, evacuate per tempo, non si registrano vittime ma ad Odessa i raid causano due morti, mentre un uomo di 59 anni è ucciso a Kiev. I feriti sono in tutto 15. I raid notturni sono confermati dal ministero della Difesa russo che afferma di aver lanciato un «attacco combinato» di missili e droni, contro «l'industria aeronautica, missilistica, corazzata e navale in Ucraina» e di aver colpito gli «obiettivi stabiliti».

Attacchi missilistici che «mettono a tacere» gli sforzi degli Usa per la pace. Adesso, ha scritto il presidente ucraino Zelensky su X, «è fondamentale che la risposta agli attacchi russi non sia il silenzio del mondo, ma un'azione concreta». Da una parte gli Stati Uniti hanno «il potere di costringere la Russia alla pace» e l'Europa, ha aggiunto Zelensky, «non ha altra alternativa che essere forte. È necessaria una forte pressione per il bene della pace». Una posizione condivisa dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, che ieri ha presentato il 18esimo pacchetto di sanzioni contro la Russia: «L’obiettivo della Russia non è la pace. È imporre il potere della forza. Pertanto, stiamo aumentando la pressione sulla Russia, perché la forza è l’unico linguaggio che la Russia capirà». Le nuove restrizioni economiche comprendono misure severe contro le banche e il Fondo russo per gli investimenti diretti, come anche per il petrolio russo e sui gasdotti Nord Stream 1 e 2. In particolare la Commissione Europea ha proposto di «abbassare il tetto al prezzo del petrolio russo», portandolo da 60 a 45 dollari al barile. Una azione che per la leader Ue andrà concordata con il G7. Restrizioni anche per la flotta commerciale russa che esporta greggio, come anche è stato proposto il bando «L’economia russa è profondamente colpita dalle sanzioni; 210 miliardi di euro di riserve della Banca centrale russa sono bloccati. Le entrate della Russia da petrolio e gas sono crollate di quasi l’80% rispetto al periodo pre-guerra. Il suo deficit sta schizzando alle stelle. I tassi di interesse sono proibitivi» ha dichiarato la presidente della Commissione Europea.

Una guerra anche economica quella tra Russia e Ucraina con crescenti coinvolgimenti internazionali. Mosca ha raggiunto accordi con Pyongyang per la produzione della versione russa del drone iraniano Shahed-136 in Corea del Nord: lo ha dichiarato il capo dell'intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, in un'intervista al sito web The War Zone. Secondo il Financial Times il governo francese ha invece chiesto alla casa automobilistica Renault di prepararsi a produrre droni in Ucraina: si tratterebbe della prima iniziativa di un'azienda francese per la fabbricazione di armamenti direttamente sul territorio ucraino. Prosegue, intanto, sul terreno l’”offensiva d’estate” dei russi che puntano a conquistare le due città strategiche di Pokrovsk e Kostyantynivka sul fronte orientale, con l’obiettivo ultimo di accerchiare le forze ucraine ed interrompere le vie di rifornimento verso Kramatorsk. Una avanzata comunque molto lenta e con costi enormi: secondo stime della Nato vengono uccisi circa 950 soldati russi al giorno nel tentativo, ormai da più di un anno, di conquistare Pokrovsk. Gli ucraini hanno però rallentato l’avanzata russa e l’attacco contro gli scali aerei russi fino in Siberia ha alzato il morale dell’esercito. Un conflitto che sta polarizzando il confronto a più livelli. Unica nota distensione, ieri è proseguito lo scambio tra prigionieri. Sono ancora in corso i contatti per lo scambio delle salme dei caduti. Mosca afferma di aver già portato da domenica più di 1.200 salme al confine, ma «non c’è ancora una intesa definitiva» su quanti corpi potranno essere riconsegnati alla fine.

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