martedì 20 giugno 2023
Nell'intervento di fronte al Consiglio di sicurezza, il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, ha ripercorso le chiavi della mediazione
Marco Impagliazzo durante l'intervento al Consiglio di sicurezza

Marco Impagliazzo durante l'intervento al Consiglio di sicurezza

COMMENTA E CONDIVIDI

«Noi siamo fortemente convinti che la guerra sia la madre di ogni povertà». Da questa consapevolezza nasce lo “strano caso” di Sant’Egidio: una Comunità impegnata per il riscatto degli ultimi e, al contempo, capace di negoziazioni internazionali apparentemente impossibili. Una peculiarità che il presidente, Marco Impagliazzo, ha sottolineato ieri nel discorso di fronte al Consiglio di sicurezza Onu nel quale ha ripercorso le chiavi del dialogo promosso con efficacia nella crisi sudsudanese. Il più recente esempio di “diplomazia della pazienza e della presenza” dispiegata da Sant’Egidio nei punti caldi del globo, dal Mozambico al Burundi, dal Guatemala al Kosovo. Fino ad arrivare alla “Rome Initiative”, il dialogo tra le varie parti in conflitto a Juba. Se Sant’Egidio ha potuto intervenire con successo è grazie alla profonda conoscenza della realtà del Sud Sudan fin dagli anni Novanta, dunque ben prima dell’indipendenza. «Più volte – ha ricordato Marco Impagliazzo a Palazzo di vetro –, il dottor John Garang, padre fondatore di quel Paese, ha visitato la nostra sede di Roma per cercare vie di dialogo, nel pieno della lotta indipendentista». Da questa familiarità con il contesto e i protagonisti, ha preso il via la Rome Initiative, «nella complicata fase di creazione del governo di unità nazionale». Diverse entità politiche e militari avevano rifiutato l’accordo istitutivo ed era necessario recuperarle. Il ritiro spirituale organizzato da papa Francesco per i leader sudsudanesi nell’aprile 2019 ha offerto la condizione di possibilità per convocare a Roma le parti rimaste fuori dall’intesa, con pieno mandato del presidente Salva Kiir a negoziare con loro. «L’iniziativa di Roma ha portato, così – ha detto il presidente di Sant’Egidio – al riconoscimento reciproco tra il governo e l’opposizione non firmataria e ha creato un quadro negoziale per l’impegno politico. Nonostante le interruzioni forzate dovute alla pandemia di Covid 19, questo dialogo ha ridotto il livello di violenza nel Paese e creato nuove speranze di pace». Un esempio di dialogo politico complementare e sintonico con le istituzioni internazionali che la Comunità si propone di continuare, accogliendo l’invito a «lavorare insieme» espresso dal segretario generale Antonio Guterres nel colloquio privato con Impagliazzo

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: