lunedì 26 dicembre 2011
​La sentenza di morte per lapidazione nei confronti di Sakineh potrebbe essere trasformata in impiccagione. È l'ultima novità nella vicenda dell'iraniana condannata a morte per adulterio e a dieci anni per complicità nell'omicidio del marito.
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La sentenza di morte per lapidazione nei confronti di Sakineh potrebbe essere trasformata in impiccagione. Per bocca del capo della magistratura della provincia iraniana dell'AzerbaijanOrientale, è l'ultima novità nella vicenda di Sakineh Mohammadi Ashtiani, l'iraniana condannata a morte per adulterio e a 10 anni di carcere per complicità nell'omicidio del marito. La sua condanna a morte era stata sospesa l'anno scorso sull'onda dell'indignazione che il suo caso aveva scatenato in tutto il mondo, in attesa di una nuova revisione del dossier. "Non c'è fretta... I nostri esperti di diritto islamico stanno riesaminando la condanna di Ashtiani per vedere se non si possa trasformare la sentenza di lapidazione in impiccagione", ha dichiarato Malek Ajdar Sharifi, responsabile giustizia dell'Azerbaijan Orientale, dove Sakineh sta attualmente scontando la pena.L'anno scorso, la magistratura locale aveva annunciato la sospensione della lapidazione per "motivi umanitari", ma non aveva escluso la possibilità di una condanna a morte. In virtù della 'sharià, la legge islamica, in vigore dalla rivoluzione del 1979, l'adulterio in Iran è passibile di pena di morte per lapidazione mentre l'omicidio, il furto e lo stupro sono punibili con l'impiccagione. L'Unione Europea aveva definito "barbara" la condanna a morte per lapidazione di Sakineh, per la quale anche il Vaticano aveva chiesto clemenza, mentre il Brasile le aveva offerto asilo politico.
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