lunedì 16 giugno 2025
Don Luka Jomo era parroco della città di El Fasher, l’ultimo ridotto delle Forze armate sudanesi (Saf), sotto assedio e bombardata dalle Forze di supporto rapido (Rsf)
Don Luka Jomo, parroco della città di El Fasher in Darfur

Don Luka Jomo, parroco della città di El Fasher in Darfur - Agenzia Fides

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C'è anche un sacerdote cattolico fra le vittime della guerra civile in Sudan, entrata in aprile nel terzo anno. Don Luka Jomo, parroco della città di El Fasher in Darfur, è stato ucciso da una pallottola vagante. Lo ha reso noto il vescovo di El Obeid, in un comunicato diffuso dall'agenzia Fides: «È con grande dolore che vi scrivo per informarvi del ritorno alla Casa del Padre di don Luka Jomo questa mattina (13 giugno) alle 3 del mattino a El Fasher. La causa della morte è un proiettile vagante che ha ucciso lui e altri due giovani».

El Fasher, capitale del Nord Darfur, è considerata l’ultimo ridotto delle Forze armate sudanesi (Saf) nella regione, controllata quasi interamente dalle rivali Forze di supporto rapido (Rsf) del generale Mohamed Hamdan “Hemedti” Dagalo che bombardano di continuo la città. Don Jomo è rimasto quindi vittima dello scontro, come moltissimi sudanesi: non è stato colpito in un omicidio mirato.

Dopo l’Angelus di domenica 15 giugno, come ricorda l'agenzia Fides, papa Leone XIV ha rivolto il suo pensiero «alla Repubblica del Sudan, da oltre due anni devastata dalle violenze». «Mi è giunta la triste notizia della morte del reverend Luke Jumu, parroco di El Fasher, vittima di un bombardamento» ha aggiunto il Pontefice. «Mentre assicuro le mie preghiere per lui e per tutte le vittime, rinnovo l’appello ai combattenti affinché si fermino, proteggano i civili e intraprendano un dialogo per la pace. Esorto la comunità internazionale a intensificare gli sforzi per fornire almeno l’assistenza essenziale alla popolazione, duramente colpita dalla grave crisi umanitaria». Gli oltre due anni di guerra civile sudanese, scoppiata il 15 aprile 2023, hanno provocato decine di migliaia di morti, 14 milioni di sfollati interni e più di tre milioni e mezzo di rifugiati nei Paesi limitrofi.

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