venerdì 29 agosto 2014
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Il premier Matteo Renzi ha avuto nel pomeriggio di ieri un colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin. Al centro della conversazione, la drammatica situazione in Ucraina, per la quale Renzi, nella sua qualità di presidente di turno dell’Unione Europea, ha espresso grande preoccupazione e sollecitato rapidamente, anche in vista del Consiglio dei ministri Ue, che si tiene oggi a Milano, e del vertice europeo di Bruxelles, domani, il «ritorno al tavolo delle trattative». Con riferimento alle notizie sull’ingresso di truppe russe in Ucraina, Renzi ha ribadito come si tratti di una «escalation intollerabile» e le cui «conseguenze sarebbero gravissime». Renzi, che nei giorni scorsi aveva sentito telefonicamente Poroshenko, rivedrà il presidente ucraino domani a Bruxelles. Le notizie giunte dall’Ucraina sono state al centro anche di un colloquio telefonico che il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha avuto con il collega ucraino, Pavel Klimkin. La titolare della Farnesina ha rinnovato il sostegno dell’Italia all’Ucraina nel suo difficile processo di transizione, e ha garantito che la situazione nell’Est sarà oggi al centro di una sessione dei lavori del vertice a Milano. L’Unione Europea vive con «estrema preoccupazione» quanto sta accadendo in Ucraina, ha ribadito ieri a Bruxelles una portavoce del capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, rinnovando l’appello alla Russia a porre immediatamente fine a tutte le forme di conflitto al confine. I 28 potrebbero presto passare dalla parole ai fatti: il cancelliere tedesco Angela Merkel ha preannunciato che al vertice di domani di discuteranno nuove sanzioni. «Avevamo detto che ulteriori escalation avrebbero naturalmente provocato ulteriori misure», ha sottolineato Merkel, commentando «la presenza rafforzata di soldati russi ». Sulla stessa linea, il presidente francese François Hollande e il premier britannico David Cameron.  Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, ha detto che il conflitto in Ucraina «è certamente un focolaio che deve essere affrontato perché non diventi un incendio generale».
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