venerdì 8 ottobre 2010
Reazioni positive dal mondo cattolico alla risoluzione discussa ieri dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che ha stabilito la tutela dell'obiezione di coscienza dei medici in caso di interruzione volontaria di gravidanza. «È il segnale che in Europa c'è ancora speranza per la vita», ha commentato monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa.
- Risoluzione capovolta, vince la coscienza
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Reazioni positive dal mondo cattolico alla risoluzione discussa ieri dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che ha stabilito la tutela dell’obiezione di coscienza dei medici in caso di interruzione volontaria di gravidanza. «E' il segnale che in Europa c'è ancora speranza per la vita», ha commentato monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa. «Un documento atteso e importante, che arriva in un momento delicato nel nostro Paese» segnato da «un orientamento che discrimina gli obiettori di coscienza impedendo perfino l’accesso ai concorsi come è accaduto recentemente in Puglia», è il commento di Antonio G. Spagnolo, direttore dell’Istituto di bioetica dell’Università Cattolica di Roma.Pubblichiamo qui di seguito alcuni dei commenti.«E’ il segnale che in Europa c’è ancora speranza per la vita. L’auspicio è che questa Europa sia in grado di continuare a far sentire la propria voce». Così monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa, commenta la risoluzione discussa ieri dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che ha stabilito la tutela dell’obiezione di coscienza dei medici in caso di interruzione volontaria di gravidanza. «Ritengo molto significativo – ha detto mons. Giordano - che un testo nato per limitare il diritto all'obiezione di coscienza per facilitare l’accesso all’aborto, sia diventato una raccomandazione totalmente a favore e a sostegno dell’obiezione di coscienza. E questo è un evento che ha qualcosa di storico». A portare al ribaltamento delle posizioni è stato – ad avviso di mons. Giordano – «un lavoro di informazione abbastanza esteso. C’è stata – spiega - una reazione trasversale a livello politico con l’impegno di gruppi e rappresentanti di vari gruppi politici che non hanno voluto che l’Assemblea Parlamentare ritornasse sui suoi passi circa le libertà che nei decenni passati abbiamo conquistato. C’è stata anche una reazione trasversale a livello culturale con persone di diverse culture che si sono espresse a favore della libertà di coscienza. Significativa – prosegue l’osservatore permanente della Santa Sede - è stata la reazione anche del personale medico, delle associazione mediche e del personale degli organismi sanitari che hanno parlato in maniera autorevole perché la questione li toccava direttamente. Anche sui media c’è stata una reazione importante. Altro elemento è stato l’impegno di tante persone, l’impegno di parlamentari, di organismi non governativi che hanno raccolto firme, realizzato addirittura un seminario a Strasburgo, e in questo impegno ci sono anche le Chiese. E poi un fatto nascosto ma presente è la rete di preghiera perché ci fosse la luce per i parlamentari». «Un documento atteso e importante, che arriva in un momento delicato nel nostro Paese», segnato da «un orientamento che discrimina gli obiettori di coscienza impedendo perfino l’accesso ai concorsi come è accaduto recentemente in Puglia». È il commento di Antonio G. Spagnolo, direttore dell’Istituto di bioetica dell’Università Cattolica di Roma. La risoluzione è «una presa di posizione molto chiara sul diritto all’obiezione di coscienza da parte dei medici – spiega Spagnolo -, che ci porta a ripensare il significato stesso della medicina: non tutto quello che si può fare, sul versante della tecnica, deve essere necessariamente fatto». «Come medici cattolici - ha detto il presidente nazionale dell’Amci (Associazione medici cattolici italiani), Vincenzo Saraceni - vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per un provvedimento che conferma e tutela un diritto inalienabile, quello all’obiezione di coscienza, di fronte a eventi come aborto o eutanasia che riteniamo profondamente ingiusti». Il presidente dei medici cattolici sottolinea poi che «il nostro compiacimento riguarda anche un altro aspetto: quello della conferma che la cultura europea, con questa decisione, assume questo valore al proprio interno, mostrando come quel fattore di grande civilizzazione che è stato il cristianesimo, continua a rappresentare un baluardo contro il relativismo etico e la disumanizzazione». «Plaudiamo alla decisione del Consiglio d’Europa che ha deciso di tutelare l’obiezione di coscienza», così l’Associazione Scienza & Vita in un comunicato diffuso oggi in margine al dibattito a Strasburgo. «Il diritto all’obiezione di coscienza è una componente fondamentale della democrazia – commenta il copresidente dell'associazione Scienza & Vita Lucio Romanoe metterne sotto accusa ‘l’eccessivo ricorso’ da parte del personale sanitario sarebbe stata una grave violazione di un principio di civiltà giuridica. La solenne riaffermazione dell’obiezione è anche il pubblico riconoscimento di un caposaldo non solo della professione medica, ma soprattutto di quei valori naturali che fondano la convivenza democratica». «L’obiezione di coscienza è una breccia possibile nell’abortismo militante» perché «la libertà di coscienza è un principio che la cultura moderna, nonostante tutto, riconosce e rispetta». Lo sostiene Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (Mpv) e della Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo (Pe). È una risoluzione “molto positiva” ma è «necessario farla conoscere», perché «quasi esclusivamente la stampa cattolica si sta occupando della questione». La decisione del CdE avrà sicuramente «un influsso culturale sugli altri Paesi europei» e sarà «un documento significativo a difesa dell’obiezione di coscienza».
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