venerdì 26 settembre 2014
Erano 20 anni che non si vedevano così tante persone in fuga. Il rapporto dell'Unhacr prevede che quest'anno si potrebbe arrivare fino a 700.000 domande di asilo. L'Italia tra i Paesi più interessati.
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Il 2014 passerà alla storia come un anno boom per i rifugiati. Era da 20 anni che non si vedevano così tante persone in fuga da guerre e fame, in cerca di asilo. Lo sostiene l'ultimo rapporto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), pubblicato oggi. Lo studio prevede che quest'anno si potrebbe arrivare fino a 700.000 domande di asilo. E l'Italia è uno dei 6 Paesi al mondo più interessati dal fenomeno. Il rapporto Il rapporto sulle tendenze in materia di asilo, che si basa sui dati ricevuti da 44 governi in Europa, Nord America e alcuni parti della regione Asia-Pacifico, afferma infatti che sono 330.700 le persone che hanno chiesto asilo in questi Paesi tra l'inizio di gennaio e la fine di giugno, con un aumento del 24 per cento rispetto all'anno precedente, assestandosi su livelli leggermente superiori al secondo semestre dello scorso anno (quando le domande di asilo erano state 328.100). Considerato che generalmente nel secondo semestre dell'anno si assiste a un incremento nel numero di richieste asilo, il rapporto prevede che nel 2014 si potrebbe arrivare fino a 700.000 domande, il numero più elevato di richieste di asilo per i paesi industrializzati in 20 anni, un livello a cui non si assisteva dagli anni novanta ai tempi del conflitto nella ex Jugoslavia. Conflitti diffusi e in crescita Le guerre in Siria e in Iraq, nonché i conflitti e le condizioni di instabilità che caratterizzano, tra gli altri, paesi come l'Afghanistan e l'Eritrea, hanno fatto crescere in modo esponenziale il numero delle richieste di asilo. "Chiaramente ci troviamo in un'epoca di crescenti conflitti", ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres. "Il sistema umanitario globale è già in grande difficoltà. La comunità internazionale deve preparare la popolazione al fatto che, se non si troveranno soluzioni ai conflitti, nei prossimi mesi e nei prossimi anni sempre più persone avranno bisogno di rifugio e di assistenza. Purtroppo, non è chiaro se le risorse e l'accesso all'asilo saranno a disposizione per aiutarli".  Sei i Paesi più coinvolti. Anche l'Italia Nonostante il rapporto indichi un aumento netto complessivo di nuove domande, più di due terzi di queste sono state presentate in soli sei paesi: Germania, Stati Uniti, Francia, Svezia, Turchia e Italia. In Europa centrale, in particolare in Ungheria e in Polonia, così come in Australia, si è assistito a un calo del numero di persone che hanno chiesto di essere riconosciute come rifugiati. In Australia sono state presentate solo 4.600 domande (con un calo del 20 per cento rispetto all'anno precedente), mentre in Polonia il numero è sceso a 3.300 ( - 65 per cento) e in Ungheria a 4.800 (- 58 per cento). Fattore Siria. Ma non solo Nel complesso, la Siria è stato il principale paese di origine dei richiedenti asilo, con un aumento di più del doppio (48.400 domande rispetto alle 18.900 nello stesso periodo del 2013). Dall'Iraq, dove quest'anno centinaia di migliaia di persone sono state costrette alla fuga, sono venute 21.300 richieste di asilo, seguito da Afghanistan (19.300) ed Eritrea (18.900). Il numero di persone che hanno chiesto lo status di rifugiato nei 44 paesi industrializzati oggetto del rapporto è solo un elemento nel quadro globale delle migrazioni forzate a causa di guerre e conflitti. A livello mondiale, alla fine del 2013, si contavano 51,2 milioni migranti forzati. Nella maggior parte dei casi si tratta di sfollati all'interno del proprio paese, oppure di rifugiati nei paesi confinanti alle zone di guerra.
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