venerdì 13 marzo 2009
Il governo di Khartoum: «Sappiamo dove sono i rapitori, abbiamo stabilito il contatto con loro e stiamo discutendo le loro condizioni». Per i tre operatori, tra cui l'italiano Mauro D'Ascanio, sarebbe stato chiesto un riscatto in denaro. Esclusa la matrice politica dell'azione.
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È stato localizzata in Darfur la località dove si trovano i tre cooperanti di Medici Senza frontiere, sequestrati ieri da un commando armato. Lo ha reso noto una fonte ufficiale del governo di Khartoum. Tra i volontari sequestrati c'è anche il medico veronose Mauro D'Ascanio. "Sappiamo dove sono: abbiamo stabilito il contatto con loro e stiamo discutendo le loro richieste", ha detto Mutrif Siddig, sottosegretario agli Affari Esteri.Il rapimento dei tre operatori umanitari di Medici senza frontiere è opera di "banditi". Lo sostiene Alì Youssef, direttore del protocollo al ministero degli esteri di Khartoum. Youssef ha aggiunto che per quanto riguarda il lavoro per ottenere la liberazione al momento "non c'è nulla di nuovo". Chiesto un riscatto. Yousouf Kibir ha fatto sapere che attraverso i due dipendenti sudanesi di Msf rilasciati i rapitori hanno inviato un numero di telefono per i negoziati. E ha aggiunto che "i rapitori hanno affermato che non vogliono ricorrere alla violenza; tuttavia hanno chiesto un riscatto in denaro per il rilascio delle vittime". Intanto - riferisce ancora Misna - sulla stampa locale e internazionale circolano molte speculazioni sull'identità dei rapitori, e sulla possibile località in cui i tre operatori di Msf - l'italiano Mauro D'Ascanio, originario di Vicenza e non di Verona come era sembrato in un primo momento, il francese Raphael Meonier e la canadese Laura Archer - sarebbero trattenuti, ma su nessuna, finora, si hanno conferme sufficienti.
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