sabato 23 settembre 2023
Rimosso il vice-ministro degli Esteri Wawrzyk: secondo i media avrebbe venduto 250mila permessi di ingresso dal 2021. L'Ue chiede chiarimenti. L'opposizione: è lo scandalo del secolo
Il premier polacco Mateusz Morawiecki durante una manifestazione elettorale a Knurow

Il premier polacco Mateusz Morawiecki durante una manifestazione elettorale a Knurow - Ansa

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Nessuno ormai, fra i funzionari del ministero degli Esteri di Varsavia, si chiede se i visti per gli immigrati siano stati venduti ma quale sia il loro numero. Immigrati al centro di un sistema di corruzione che, a tre settimane dal voto per il sejm (la Camera bassa) e il senato polacchi, potrebbe sconvolgere la campagna elettorale e gettare un'ombra sul PiS al governo e in corsa per una terza legislatura consecutiva.

Questa volta non sono gli immigrati ucraini in fuga dal fronte, e nemmeno quelli che il bielorusso Lukashenko lanciava come "arme ibride" contro i confini di Varsavia poi blindati con un muro lungo 186 chilometri, ma immigrati fatti entrare, in un Paese che del controllo degli ingressi ha fatto un vanto e un motivo di rivendicazione con Bruxelles. Le prime voci, a mezzo stampa, un anno fa. Ma adesso una inchiesta giornalistica ha scoperchiato un vero "visa-gate". Dal 2021 il governo polacco avrebbe venduto 250mila visti, in asie e in Africa, al presso di 4.500 euro l'uno. Il portavoce del governo ha scritto all'Unione Europea che si tratterebbe di una inchiesta gonfiata a scopi eletorali rispetto alle reale consistenza. Di fatto la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson ha chiesto ufficialmente chiarimenti al governo di Varsavia. "Accuse molto preoccupanti e che sollevano interrogativi sulla conformità al diritto Ue", ha dichiarato un portavoce della Commissione. Una risposta a Bruxelles è attesa entro il 3 ottobre e anche la Germania ha chiesto chiarimenti: "Lo scandalo dei visti in Polonia deve essere indagato", ha dichiarato il cancelliere Scholz in un comizio a Norimberga, mentre la ministra dell'Interno tedesca Nancy Faeser ha dichiarato che potrebbero essere introdotte misure temporanee al confine con la Polonia e la Repubblica Ceca.

Intanto - per quanto il caso secondo il governo polacco sia stato gonfiato mediaticamente - il vice ministro degli Esteri Piotr Wawrzyk responsabile delle questioni consolari è stato rimosso dal suo incarico. Non è confermata la notizia di un suo tehntato suicidio, mentre è stato pure licenziato il responsabile dei servizi legali del ministero degli Esteri, sette funzionari sono stati indagati e sono stati annullati tutti i contratti di collaboratori esterni che lavoravono al rilascio dei visti. Secondo il governo polacco la magistratura ha indagato 268 casi di visti concessi da compagnie esterni, che sarebebro stati tutti debitamente controllati dai servizi di sicurezza.

Ben diversa la versione di Andrzej Stankiewicz, il reporter di "Onet.pl" che ha dato il via al visa-gate: "Abbiamo scoperto tutto un sistema costruito da soci del viceministro Wawrzyk: elenchi di persone specifiche venivano inviate ai consolati e alle ambasciate polacche in Asia e Africa, e queste persone dovevano assolutamente ottenere i visti". Un meccanismo che avrebbe riguardato particolarmente l'India. Emblematico il caso di "elenchi di persone che avrebbero dovuto far parte delle troupe cinematografiche di Bollywood. Ma si è scoperto che non avevano nulla a che fare con l'industria cinematografica e che il presunto produttore cinematografico era, in realtà, un commerciante di verdure". Secondo l'inchiesta avrebbero beneficiato del "sistema-Wawrzyk" anche cittadini di Hong Kong, Taiwan, Arabia Saudita, Singapore, Filippine, Qatar ed Emirati Arabi Uniti arrivando a pagare fino a 40mila dollari per un visto. Il sistema del visa-gate riguardava soprattutto i visti-Schenghen multipli, "perché consentono l'ingresso in Messico. E dal Messico è solo un passo verso gli Stati Uniti", conclude Stankiewicz. Al silenzio imbarazzato del PiS il leader dell'opposizione di Piattaforma civica (Po) Donald Tusk ha ribattuto che si tratta "probabilmente del più grade scandalo del XXI secolo in Polonia". Una vera tegola per il premier Mateusz Morawiecki che per il 15 ottobre, assieme al voto politico, ha chiamato i polacchi a pronunciarsi su un referendum sull'accoglienza dei migranti e sull'innalzamento dell'età pensionabile. In particolare il quarto quesito chiede: "Sei a favore del meccanismo di rilocazione forzata imposto dalla burocrazia europea ovvero all'accoglienza di migliaia di immigrati illegali dal Medio Oriente e dall'Africa?"

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