venerdì 24 novembre 2023
Dopo la sentenza della Corte Suprema, 32mila neonati in più nei primi 6 mesi dell’anno negli Stati che hanno recepito i divieti. Però le interruzioni di gravidanza aumentano nelle altre aree
Alcuni partecipanti alla marcia pro-life dello scorsogennaio a Washington, dopo la sentenza della Corte Suprema statunitense

Alcuni partecipanti alla marcia pro-life dello scorsogennaio a Washington, dopo la sentenza della Corte Suprema statunitense - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Sono 32mila in più i bambini nati nella prima metà di quest’anno dopo i divieti e ai limiti all’aborto entrati in vigore negli ultimi 17 mesi negli Stati Uniti. Si tratta dei primi dati «affidabili» emersi dopo il ribaltamento della sentenza “Roe contro Wade” che per circa 50 anni aveva reso legale l’interruzione di gravidanza negli States, creando un «diritto all’aborto» a livello federale.

La decisione della Corte Suprema Usa, il 24 giugno 2022, di ribaltare quel precedente, ha passato la palla ai singoli Stati, che si sono trovati a gestire la responsabilità di legiferare in materia, in piena autonomia e senza imposizioni di alcun genere da Washington.

Da allora, 14 Assemblee statali hanno approvato leggi che proibiscono quasi del tutto la procedura sul loro territorio. Altri sette l’hanno limitata alle primissime settimane di gestazione, ben prima del «momento della sopravvivenza fetale al di fuori dall’utero» stabilito in precedenza da Roe contro Wade. Confrontando le statistiche sulle nascite in quegli Stati prima e dopo l'approvazione delle nuove misure, i ricercatori hanno stimato circa 32.000 nascite in più nei primi sei mesi del 2023. Il dato conferma una tendenza già registrata lo scorso anno dalla Society of Family Planning, un gruppo senza scopo di lucro che aveva contato 31.180 aborti in meno in tutti gli Usa da luglio a dicembre 2022.

Si tratta di un calo del 6%, sopravvenuto nonostante si sia al contempo verificato un aumento degli aborti negli Stati che lo permettono o eseguiti a casa con farmaci come il mifepristone (noto in Italia come Ru486). Nuove cliniche abortive hanno infatti aperto i battenti quest’anno negli Stati americani in cui è legale interrompere una gravidanza per rispondere alla domanda delle donne che si spostano per poter ottenere la procedura. Inoltre è cresciuto il mercato online delle pillole abortive.

Anche il Messico, dove almeno una dozzina di Stati hanno depenalizzare l'aborto negli ultimi due anni, è diventato una destinazione per le americane che cercano di interrompere una gravidanza. Una clinica che ha aperto i battenti proprio ieri a Cancun, ad esempio, informa sul suo sito che una procedura effettuata nei suoi ambulatori, compreso il volo di andata e ritorno dagli Usa e tre giorni in hotel, non costa più di 750 dollari americani.

La nuova analisi sui bambini in più bambini nati nel 2023, pubblicata dall'Institute of Labor Economics, ha precisato anche che negli ultimi 12 mesi tra un quinto e un quarto delle donne che vivono negli Stati dove vigono divieti che hanno cercato un aborto non l’hanno ottenuto.

I dati statistici raccolti dalla non profit mostrano che l'aumento delle nascite è concentrato tra le donne che hanno dai 20 ai 30 anni e le donne nere e ispaniche, un fenomeno che i ricercatori hanno interpretato ipotizzando che questi gruppi demografici tendono ad essere più poveri, rendendo più difficile un viaggio. Sono anche le donne che statisticamente hanno maggiore probabilità di volere un aborto.

I dati del 2023 sono considerati particolarmente credibili perché le donne che hanno partorito nella prima metà dell'anno hanno scoperto di essere incinte poco dopo l’entrata in vigore dei divieti di aborto. La situazione legislativa negli States resta però fluida: negli ultimi cinque mesi ci sono state nuove restrizioni sull'aborto in alcuni luoghi e l'accesso si è ampliato in altri.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI