giovedì 22 maggio 2014
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Il Partito popolare europeo, la più ampia famiglia presente all’Europarlamento, rivendica di aver dato forma e sostanza al cammino comunitario. Una fede europeista che il Ppe conferma anche di fronte alla crisi economica.Una tradizione europeista sempre viva. «L’Ue è la soluzione della crisi, non la causa», si legge nel manifesto elettorale. L’obiettivo dei popolari europei è di creare nuova crescita e occupazione, ma partendo dalla difesa di una politica dell’austerità necessaria per contenere il disavanzo. Ora, dopo averne creato le condizioni, si promettono riforme per la ripresa partendo dalla convinzione che l’«euro è una moneta affidabile che assicura stabilità».Dalle riforme alla crescita. Contro l’approccio sbagliato dei partiti socialisti che propongono una politica di «spesa irresponsabile» e una generica «redistribuzione del reddito», il Partito popolare vuole regolamentare l’uso del fondo salva Stati in modo da garantire parte del debito pubblico. Una operazione che permetterebbe di risparmiare 80 miliardi di euro nel pagamento degli interessi da destinare agli investimenti. Il Ppe vuole completare l’evoluzione della Banca centrale europea per avvicinarla alle funzioni di una vera banca centrale a partire dalle funzioni di vigilanza bancaria. Nessun cenno, tuttavia, nel manifesto del Ppe, al controverso tema degli eurobond. Leve fiscali per sopperire alla mancanza di risorse. Una politica economica che, nella scarsità delle risorse, pensa di agire su meccanismi di alleggerimento fiscale. Una attenzione particolare è riservata alla piccola e media impresa, ritenuta il cuore dell’economia continentale e il potenziale volano della ripresa occupazionale. Grande attenzione viene data alla creazione di una rete di infrastrutture europea, con una particolare enfasi alla creazione di un unico mercato digitale, tanto da far pubblicare di recente a Jean Claude Juncker un articolo sul Wall street journal  sull’argomento. Inoltre, per stabilire un solo mercato di servizi digitali è fondamentale assicurare la difesa della privacy, considerata come un inalienabile e fondamentale diritto.Una economia sociale di mercato. L’economia sociale di mercato è definita la «pietra angolare» della politica del Ppe con l’intento di bilanciare i principi di libertà e di solidarietà. Viene poi indicato l’obiettivo di un mercato comune dell’energia e una attenzione alle energie rinnovabili.Mobilità all’interno dell’Unione, controllo dell’immigrazione. La libertà di movimento all’interno dell’Unione è uno dei maggiori risultati conseguiti dall’Ue che va salvaguardato in un mercato del lavoro continentale. Gli Stati dell’Unione devono però cooperare più strettamente per una gestione comune delle frontiere rinforzando l’agenzia Frontex. La lotta al crimine organizzato e al riciclaggio di denaro è una priorità che impegna il Ppe a migliorare la trasparenza e rafforzare le leggi in materia.Sui temi etici un forte potere di indirizzo. In base ai trattati il Parlamento europeo non ha diretta competenza su questioni attinenti il diritto di famiglia, la tutela della vita e la procreazione. Forte tuttavia è il potere di indirizzo su alcune scelte di politica sociale. Il Ppe, che nasce da una tradizione democratico cristiana, spesso si scontra con le sensibilità culturalmente opposte capaci di raccogliere maggioranze trasversali. Anche all’interno del Ppe è emersa spesso una pluralità culturale per cui spesso il gruppo ha deciso di lasciare libertà di coscienza. Resta forte l’impegno su questi temi di alcuni eurodeputati che riescono a raccogliere la maggioranza del gruppo.Prudenza sull’allargamento e promuovere la pace nel mondo. In un mondo dove gli stati nazionale da soli non sono più in grado di difendere i loro valori e interessi, l’Ue deve essere uno strumento di promozione della pace e della solidarietà. I successi del recente allargamento a Ventotto, richiede ora prudenza nel valutare non solo i criteri economici, ma la capacità di lasciare intatta la capacità di agire dell’Ue. L’Europa deve rafforzare la sua politica estera supportando le fragili democrazie orientali e sviluppare una strategia per i Paesi del Mediterraneo. Infine il Partito popolare europeo esprime piena adesione allo sviluppo di una partnership transatlantica capace di creare un libero mercato.

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